Ieri sera, gli agenti della Polizia Stradale di Roma lo hanno aspettato in Commissariato dove aveva l’obbligo di firma e hanno eseguito la custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale di Roma per il reato di furto aggravato.
I fatti risalgono al 15 ottobre scorso, quando H. D., bosniaco di 31 anni, in concorso con altri, aveva derubato un autotrasportatore polacco che doveva consegnare pacchi contenenti numerosi capi di abbigliamento destinati ai magazzini della zona di via dell’Omo.
L’episodio, denunciato dall’autotrasportatore polacco, che ha fatto scattare le indagini della squadra di polizia giudiziaria della Stradale di Roma, era solo l’ultimo di una serie di segnalazioni, più o meno incomplete, che avevano fatto emergere un fenomeno criminale ben consolidato.
La dinamica era la seguente: le vittime prescelte erano autotrasportatori stranieri ed in particolare polacchi, che in molti casi non comprendevano la lingua italiana. Il luogo era la periferia sud est di Roma, dove sono ubicati i magazzini all’ingrosso delle attività commerciali cinesi e dove il labirinto di piccole strade strette, ben si prestava al modus operandi della banda.
In pratica uno dei componenti, ben vestito e con fare disinvolto, si faceva trovare all’ingresso dell’area commerciale.
Avvistata la preda, l’abile malfattore fermava l’autotrasportatore, inducendolo a credere di essere stato inviato ad accoglierlo dalla ditta destinataria della merce.
Fidandosi, la vittima seguiva l’uomo fino al luogo prescelto dove spuntavano velocemente i suoi complici, a bordo di furgoni, pronti a depredare il malcapitato.
Le modalità di volta in volta erano diverse: in alcuni casi approfittavano della distrazione del conducente per rubare la merce; in altri lo raggiravano, facendogli credere che quello di trasferire la merce sui loro furgoni era l’unico modo possibile per effettuare lo scarico; fino ad arrivare alla rapina, quando gli autotrasportatori più avveduti non si prestavano al raggiro.
Il cittadino bosniaco è stato accompagnato al carcere di Regina Coeli, mentre proseguono gli accertamenti per individuare i complici e l’eventuale coinvolgimento in analoghi episodi.