Non si arresta il calo demografico nella Regione Lazio e i dati si fanno sempre più preoccupanti. Quanto emerge dal rapporto 2018 sullo stato delle province del Lazio targato Eures e Upi Lazio presentato presso la sede dell’Associazione nazionale dei Comuni a Roma sottolinea una situazione critica che il sindacato UGL aveva già denunciato in passato avanzando proposte rimaste inascoltate.
I residenti diminuiscono di 1.431 unità rispetto all’anno precedente, cresce la quota degli over 64 e si riducono i bambini. I nati nel Lazio al 31 dicembre 2017 erano 44 mila e 500, circa 3 mila in meno rispetto all’anno precedente. La situazione più critica si rileva nell’area metropolitana di Roma dove il quoziente di natalità passa in un solo decennio da 11 a 7,6 nati per mille residenti. Colpisce come ben il 45% delle nascite del Lazio sia avvenuto all’interno di coppie non sposate: la natalità nel matrimonio è infatti diminuita nel periodo 2007-2016 di ben 17,2 punti a fronte di una contestuale crescita delle nascite da genitori non coniugati, complice, come sottolinea l’UGL Lazio di una pressione fiscale che non consente alle famiglie di potersi formare e crescere:
“Sono anni – spiega il Segretario Regionale Armando Valiani – che chiediamo alle istituzioni di abbassare le tasse soprattutto per le coppie giovani ed incentivarle a formare un nucleo familiare, solo così potrà ripartire la natalità e ringiovanire la popolazione laziale. Purtroppo a vere un figlio sembra essere ormai un privilegio per pochi, quasi un lusso, perché si fa grande fatica ad arrivare alla terza settimana. La nostra organizzazione sindacale torna a chiedere chiediamo al Governatore del Lazio un impegno concreto ad abbassare le tasse e ridare fiato alle imprese e ai lavoratori affinché la regione che ospita la Capitale possa tornare ad essere il volano dell’economia nazionale”.