“Il Sindaco di Colleferro insiste sul fatto che la discarica comunale di Colle Fagiolara chiude a fine 2019, in adempimento alla Legge Regionale n.17 del 2016 (art.3, comma 85), la quale però prevedeva come condizione per la dismissione dell’impianto la presentazione di un dettagliato PIANO DI CHIUSURA entro 60 giorni, ovvero entro i primi giorni di marzo 2017, termine ormai trascorso da quasi 2 anni senza che il Piano sia stato nemmeno elaborato”.
A parlare è il Comitato Residenti Colleferro, che analizza la situazione dopo la recente notizia del trasferimento dei rifiuti capitolini a Colle Fagiolara e chiede lumi sul futuro della discarica, alla luce della paventata chiusura entro il 31 dicembre 2019.
“Oltre a questa inadempienza – continua il comunicato -, che tutti dimenticano e che anche l’Amministrazione di Colleferro ha rimosso, sono i numeri oggi a dimostrare che la discarica molto probabilmente non potrà chiudere. Il Sindaco di Colleferro ha affermato che la discarica può accettare conferimenti di rifiuti fino a 35 TIR al giorno con un carico di 30 tonnellate ciascuno, cioè circa 1000 tonnellate al giorno.
Posto che l’attività della discarica si svolge per circa 300 giorni l’anno, nel 2019 saranno conferite circa 300.000 tonnellate, il doppio di quanto previsto dalla Determinazione della Regione Lazio (2.10.2018, n. G12290), la quale aveva indicato in 140.000 ton/anno la quantità massima conferibile nell’impianto, precisando che “la durata della discarica è di 3,5 anni”. Infatti, colle Fagiolara è autorizzata fino al 3 aprile 2022 (cap. 3 della Relazione allegata alla Determinazione).
Alla fine del 2019, quindi, resterà una capacità di circa 200.000 tonnellate, poiché la stessa Determinazione regionale indica in 510.000 tonnellate la capacità residua della discarica (cap.1 della Relazione), pari a un volume ancora abbancabile di 590.000 mc.
Ora, la recente Relazione della Dirigente della Direzione Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti (allegata alla DGR Lazio 26.10.2018, n. 614) aggiorna il fabbisogno impiantistico per le discariche di tutto il territorio regionale e dei singoli ATO (ambito territoriale ottimale), i quali corrispondono alle cinque province del Lazio (Relazione, cap. “Valutazioni sul fabbisogno”).
Per quanto riguarda le discariche, l’ATO di Roma viene indicato come autosufficiente stante l’esistenza di due impianti attivi: Civitavecchia e Colleferro.
Del resto, già con la precedente Determinazione (DR 11.6.2018, n. G07509), la Regione Lazio aveva indicato come impianti di discarica asserviti al fabbisogno dell’ATO di Roma i suddetti siti, indicando la capacità residua degli stessi in 160.000 tonnellate per Civitavecchia e in 510.000 tonnellate (590.000 mc) per Colleferro, per un totale di circa 670.000 tonnellate.
Nella tabella n.10 della Relazione (allegata alla DGR Lazio 26.10.2018, n. 614) la Direzione Regionale indica il nuovo fabbisogno complessivo per lo smaltimento in discarica, per tutto il Lazio, negli anni dal 2019 al 2023.
Secondo le previsioni della Regione Lazio, perciò, nel 2019 il fabbisogno per lo smaltimento complessivo dell’ATO di Roma sarà di circa 430.000 tonnellate mentre nel 2020 sarà di circa 320.000 tonnellate per un totale, in questi due anni, di circa 750.000 tonnellate. Questo quantitativo non potrà che essere soddisfatto – quasi interamente – con le due discariche esistenti nell’ATO di Roma, fra cui Colle Fagiolara, visto che la stessa Regione Lazio ha dichiarato nella citata Relazione che nel medesimo ATO “non sono previsti ampliamenti o nuove discariche” e per realizzarne una sono necessari circa 3 anni.
E neppure è possibile “esportare” i rifiuti negli altri ATO ed impianti del Lazio, visto che la discarica Mad di Roccasecca (FR) e quella di Viterbo restano asservite al fabbisogno dei rispetti ATO, come la Regione ha più volte ribadito.
Ergo, la discarica di Colle Fagiolara non potrà chiudere alla fine del 2019 e forse neppure alla fine del 2020.
Di fondamentale importanza sarà la richiesta agli enti preposti, da parte del Comitato, di poter interagire in contraddittorio in tema di controlli, al fine di rendere pubblico sistematicamente ogni risultato di un laboratorio accreditato, scelto dal comitato stesso, che certifichi le cause dei miasmi.
Chiediamo con urgenza la convocazione del Consiglio comunale affinchè la nostra Amministrazione assuma impegni concreti nel più alto consesso civico e favorisca nei fatti la partecipazione e la conoscenza della reale situazione della discarica da parte dei cittadini, invitando ad intervenire i rappresentanti della Regione, dell’Arpa, della Asl, di Lazio Ambiente, comitati e associazioni che nel tempo si sono impegnati per questo territorio”.
Ina Camilli
Rappresentante CRC