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Ardeatino, commemorato il Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, ucciso dai terroristi nel 1980

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Ardeatino, commemorato il Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, ucciso dai terroristi nel 1980

E’ STATO RICORDATO QUESTA MATTINA A ROMA IL GENERALE DEI CARABINIERI ENRICO GALVALIGI, UCCISO LA SERA DEL 31 DICEMBRE DEL 1980 DA UN COMMANDO DI TERRORISTI.

IN OCCASIONE DEL 38° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE, E’ STATA DEPOSTA UNA CORONA NEL QUARTIERE ARDEATINO NELLA PIAZZA A LUI INTITOLATA.

ROMA – Questa mattina, in occasione del 38° anniversario della morte, è stato ricordato a Roma il Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi. Davanti alla lapide che ne ricorda il sacrificio, nella piazza a lui intitolata, nel quartiere Ardeatino a Roma, dopo gli onori militari resi dalla Guardia d’Onore, il comandante Provinciale dei Carabinieri di Roma, Col. Francesco Gargaro ha deposto una corona di alloro, a nome dell’Arma dei Carabinieri.

Erano inoltre presenti il figlio del Generale Galvaligi, Paolo, Generale dei Carabinieri, il Questore di Roma Guido Marino e una rappresentanza delle istituzioni e delle forze dell’ordine Provinciali.

 

Nato a Solbiate Arno (Varese), l’11 ottobre del 1920, il Generale Enrico Galvaligi fu ucciso la sera del 31 dicembre del 1980 da un commando di terroristi. Galvaligi all’epoca era vice direttore dell’Ufficio per il coordinamento dei servizi di sicurezza nelle carceri e fu stretto collaboratore del Generale Dalla Chiesa prima e del Generale Risi, successivamente. La sera del 31 dicembre mentre stava rientrando con la moglie dalla Messa in parrocchia vicino casa, avvicinandolo con la scusa della consegna di un pacco, due terroristi gli  esplosero contro cinque colpi d’arma da fuoco.

Il generale Galvaligi è stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Civile, alla memoria, con la seguente motivazione: “Addetto all’Ufficio di Coordinamento dei servizi di sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro l’intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività”.