Con le nuove norme sui migranti contenute nel “Decreto Sicurezza”: “restano invariate le tutele per chi fugge perché perseguitato o discriminato, per chi corre il rischio di condanne a morte o di tortura, per chi rischia la vita per conflitti armati nel proprio Paese.
Continua comunque ad essere tutelato chi versa in una condizione di particolare esigenza umanitaria”.
Il Viminale afferma che “vengono previste e tipizzate specifiche situazioni che danno diritto, per quelle motivazioni, al soggiorno nel territorio nazionale”.
La protezione umanitaria non è stata “abolita”, “continua ad esistere ma viene ora concessa in presenza di ben definite circostanze”, mentre “in passato veniva riconosciuta sulla base della generica previsione di seri motivi di carattere umanitario dai contorni indefiniti”.
“La discrezionalità, insieme ad una interpretazione estensiva della giurisprudenza, aveva portato ad una applicazione così eterogenea che contrastava addirittura con la stessa ratio giuridica della tutela”.
Nel tempo si era così determinata una situazione paradossale: “un altissimo numero di permessi di soggiorno per cosiddetti motivi umanitari, comprensivi delle più svariate ipotesi, che comunque non hanno portato all’inclusione sociale e lavorativa dello straniero”.
La delibera dell’amministrazione di Grottaferrata, per l’attuazione dello Sprar, è concepita esattamente, per permettere una vera integrazione, attraverso specifiche azioni d’inserimento dei rifugiati nel mondo della formazione, per poi attuare programmi mirati a consentire l’inserimento lavorativo, percorsi di approfondimento e conoscenza della lingua e della cultura del paese.
Esempi virtuosi di aggregazioni di piccoli Comuni, per la gestione di programmi di integrazione, hanno dato ampia dimostrazione che è possibile coniugare, l’accoglienza e lo sviluppo del welfare, attraverso un nuovo modo di partecipazione e di responsabilizzazione di tutti i cittadini. Si tratta di trovare una sintonia d’intenti con tutti gli operatori del terzo settore, dobbiamo creare una visione e una programmazione, su un territorio vasto che può offrire nuove possibilità nel settore dei servizi.
Questo nuovo processo partecipativo può generare straordinarie e nuove opportunità per tutto il territorio dei Castelli Romani.
L’Amministrazione comunale, decisa a perseguire fino in fondo la strada prudente e equilibrata intrapresa, intende darsi un breve momento di approfondimento e riflessione, al fine di valutare – nei fatti – quali e quante risorse finanziarie e organizzative verranno messe in campo dal Governo centrale per dare sostanza agli obiettivi complessi – quali/quantitativi che ci siamo dati, tenendo conto della impossibilità di intervento diretto del nostro Comune.