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Madre chatta su Facebook e la figlia di 6 mesi annega. Ora mamma rischia condanna a 9 anni di carcere

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Furto dati Facebook: il Garante Privacy chiede al Social di adottare misure per limitare i rischi. Utenti invitati a prestare particolari attenzioni alle anomalie sui propri cellulari

Sarebbe bello scrivere che si tratta di una notizia inventata, purtroppo è tutto vero. Kayla L. è stata arrestata dalla polizia israeliana a Tel Aviv poichè sospettata di chattare su Facebook mentre sua figlia di sei mesi annegava nella vasca da bagno.

La sconsiderata protagonista della vicenda è una madre di 23 anni, responsabile della morte della figlioletta Naomi. Per dieci minuti, la donna era così impegnata a scambiarsi messaggini e altre amenità del genere col telefonino per non accorgersi che la piccola stava affogando. Quando poi ha dato l’allarme era troppo tardi per i soccorsi. La bimba è morta dopo essere stata in coma per una settimana.

Ai controlli della polizia, la madre ha dichiarato che era stata in bagno per un po ‘di tempo quando è accaduta la tragedia. La polizia sta ora effettuando una perizia sul cellulare della donna, consistente nell’analisi forense del telefonino per acquisire i contenuti ed in particolare per verificare se Kayla L. abbia usato lo smartphone per collegarsi ai social network nella finestra di 10 minuti dell’incidente. Suo marito, Ilan L., ha confermato che la polizia sta indagando sul loro telefono.

La donna, si è trasferita da Londra a Tel Aviv più di cinque anni fa. La coppia ha un’altra figlia, Elizabeth (2 anni), ma attualmente sono separati.. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il primo dovere di ogni genitore è tenere il suo bambino al sicuro e in questo caso la madre ha fallito in questo compito fondamentale, esponendo la bambina a rischio di lesioni gravi e di morte.