Da martedì 31 maggio a mercoledì primo giugno al Teatro Vascello andrà in scena lo spettacolo “Amleto – ovvero le conseguenze della bellezza amara” di W. Shakespeare. La regia è curata da Daniele Scattina. Gli attori saranno: Daniele Scattina, Astra Lanz, Roberta Marcucci, Federica D’Aversa, Romeo Cirelli, Simone Destrero, Gaetano Lembo, Pietro Naglieri, Giacomo Rosselli, Ludovica D’Auria, Valeria Iovino, Chiara Lorusso, Clarissa Rollo, Vittorio Magazzù Tamburello
Si ringraziano inoltre Alberto Sagretti, Onelia De Pasquale, Lorenzo Ciccarelli e Il Teatro in Scatola per il prezioso supporto
SINOSSI – La Danimarca come luogo dell’anima, spazio privo di connotazioni reali, sospeso in un tempo presente ma in realtà senza tempo, perché il dramma che vi svolge ha sempre riguardato l uomo: è l’eterno scontro tra la sua natura divina (che si esprime attraverso l’amore verso le persone care) e quella più bassa, dominata dall’istinto di sopraffazione e del gretto materialismo. Amleto percorre fin dall’inizio la strada che lo porterà ad esprimere la parte più elevata di un essere umano: egli è posseduto da un sentimento dapprima solo romantico (l’amore per Ofelia) poi sempre più puro, che raggiunge la sua perfezione e profondità nell’incontro con il padre. La figura del protagonista è poetica, idealizzante, quasi astratta: è la continua tensione verso la soglia della conoscenza di un animo umano che si manifesta attraverso la “violenza” e la “bellezza” delle parole usate. Di contro Ofelia ci appare inizialmente sotto una luce terrena, che rivela tutti i limiti e le contraddizioni della giovane donna, tuttavia non ancora corrotta dalla sociètà in cui si trova immersa e in cui sembrano manifestarsi gli aspetti più meschini della natura umana. L’amore di Amleto suscita in lei una femminilità angelicata, ma nulla può contro l’insensibilità e il cinismo del mondo che la circonda.
Quest ‘ultimo si mostra popolato di personaggi inquietanti, che incombono sui giovani con la loro smania di potere e la loro incapacità di comprendere: essi rappresentano la perdità dell’innocenza, lo scoglio su cui si infrangono i sogni di ogni essere umano. Da una parte Amleto e la sua profondità e dall’altra caratteri ed ombre che lo contrastano.
Amleto quindi è costretto ad essere l’elemento di rottura all’interno dell’opera sia nella dimensione ideale che in quella sociale in senso negativo. La sua ambiguità e l’abilità nel crearsi realtà alternative con cui giocare a suo piacimento, gli permettono di sovvertire l’ordine razionale per ricostruirlo nell’animo dell’interlocutore. E’ l’animo dell’attore, di colui che si crea la propria scena dando vita alle emozioni proprie e degli altri.
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