Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo l’ordinanza con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale capitolino ha disposto misure cautelari nei confronti di 5 funzionari del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, nonché il sequestro preventivo di circa 8 milioni di euro, per fatti di falso, abuso d’ufficio e peculato.
Le indagini, dirette dalla locale Procura della Repubblica e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno consentito di accertare gravi irregolarità nella gestione del CREA.
In primo luogo, nella scelta dell’immobile da adibire a nuova sede dell’Ente, il direttore generale – I.M – ha attestato falsamente un numero di dipendenti superiore a quello reale, in modo da ottenere una dichiarazione di indisponibilità di edifici demaniali con le caratteristiche richieste e, di conseguenza, procedere in piena autonomia nel mercato immobiliare privato.
Il procedimento amministrativo che ne è scaturito, inoltre, è stato caratterizzato da diverse violazioni della normativa di settore, come nel caso dell’affidamento dei servizi di trasloco e facchinaggio, avvenuto frazionando artificiosamente i contratti allo scopo di non superare le soglie oltre le quali è previsto il ricorso a una gara ad evidenza pubblica e orientare, così, la scelta dell’effettivo esecutore.
Maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche sono derivati anche dalla mancata riduzione, imposta della legge sulla “spending review”, del 15% del canone di locazione di due immobili, che avrebbe consentito un risparmio di circa 700.000 euro.
Sono, infine, emersi abusi nella procedura di “stabilizzazione” di alcuni lavoratori precari e nel pagamento di prestazioni professionali sulla base di incarichi di collaborazione affidati a due persone che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa.
Il citato provvedimento di sequestro ha ad oggetto le somme indebitamente corrisposte a 2 società locatrici degli immobili e ai 2 soggetti che hanno fittiziamente collaborato con il CREA.