Attualità

Colleferro, la verità di Moffa su Amazon e Leroy Merlin: “L’arrivo di questi grandi gruppi imprenditoriali conferma la mia visione politica di allora e mi dà ragione sulle scelte prese in quegli anni”

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin

Negli ultimi tempi molte sono state le voci e le indiscrezioni che si sono rincorse sull’arrivo di grandi gruppi dell’e-commerce a Colleferro (leggi qui), per impiantare punti di stoccaggio nell’area dello Slim, il Sistema Logistico Integrato, creato a suo tempo, dall’amministrazione di Silvano Moffa. Un susseguirsi di voci sulle quali lo stesso ex Sindaco della città di Colleferro ha tenuto a fare ordine, attraverso una dettagliata intervista che spiega i possibili scenari

Presidente Moffa cosa ne pensa dell’arrivo di Amazon a Colleferro?

Il tempo è galantuomo! Mi fa piacere perché vuol dire che non avevamo tutti i torti. Quando eravamo al governo di Colleferro e cominciammo a parlare dei logistica molti ci guardavano con curiosità e con sospetto. Io più volte cercai di spiegare l’importanza di questo settore in una prospettiva di sviluppo a lungo termine proprio perché, in quegli anni, avevo capito che la logistica sarebbe diventata uno degli ambiti più rilevanti nelle politiche economiche e commerciali, non solo di Colleferro e della nostra realtà territoriale, ma dell’intero quadro internazionale. L’arrivo di questi grandi gruppi imprenditoriali conferma la mia visione politica di allora e mi dà ragione sulle scelte prese in quegli anni e sul lavoro svolto per realizzare lo Slim, il Sistema Logistico Integrato

Come nasce il progetto dello SLIM?

Tutto nasce nei primi anni novanta. In quel periodo il nostro territorio stava attraversando una grave crisi delle imprese presenti e dei grandi gruppi industriali esistenti. Le conseguenze occupazionali furono altrettanto critiche. Quando diventai sindaco, io e il mio gruppo fin da subito dovemmo ragionare su due direttrici: da una parte come intercettare le risorse europee; dall’altra come immaginare nuove forme di sviluppo e quindi dare nuove prospettive di rinascita per questo territorio. Tali considerazioni partivano però rispettando la vocazione industriale di Colleferro. La sua cultura era quella e non potevamo certo modificarla, semmai cercare di adattarla ai tempi che stavano cambiando. Ci accorgemmo allora che il territorio di Colleferro era posto sul Corridoi I della Direttrice europea Berlino-Palermo, un crocevia di comunicazione importante. Inoltre, Colleferro era, oggi come allora, la prima realtà industriale su un asse autostradale Roma-Frosinone, non lontana dagli Hub portuali e aeroportuali. Da qui cominciammo a considerare come la logistica potesse diventare uno dei possibili elementi di rilancio economico e anche occupazionale

Durante gli anni Ottanta e Novanta la logistica cominciava ad essere uno dei principali fattori dei processi di crescita industriale e aziendale in molti paesi. Voi foste dei precursori?

Nel processo produttivo delle merci, dalla produzione vera e propria fino alla vendita al dettaglio, la logistica si colloca nel mezzo, come settore intermedio in cui avviene il passaggio dai punti di stoccaggio al negozio, oppure nelle nostre case. Proprio il crescente peso che la logistica stava assumendo in quegli anni ci diede l’idea dello Slim. Il progetto dello Slim era basato su ricerche, studi approfonditi e analisi. Tutto era necessario a capire se ci fossero delle possibilità per creare un’area logistica integrata da sviluppare in un territorio al di fuori di Roma. Decidemmo che si poteva realizzare e, in seguito, venne individuata un’area composta da terreni di proprietà privata. Avviammo con i privati un percorso consortile misto, pubblico e privato. Il tutto divenne poi lo Slim, una società pubblica-privata, a controllo pubblico. Iniziammo tutta una serie di processi di costruzione di soggetti giuridici necessari per sviluppare il sistema logistico. Fra questi, creammo la STU, Società di Trasformazione Urbana, necessaria anche per accelerare alcuni processi di natura burocratica. Cambiammo poi la destinazione d’uso dell’area e cominciammo a studiare quali potevano essere le infrastrutture. E il Truck Village è una di queste. Voglio ricordare che il progetto del Truck Village nacque negli anni ‘90 per una logistica dedicata agli autotrasportatori. Per evitare che all’epoca arrivassero i grandi gruppi imprenditoriali del settore dei trasporti del nord, noi facemmo il Consorzio degli autotrasportatori e io feci in modo che la logistica fosse affidata ai trasportatori del nostro territorio. Ma fra gli altri progetti previsti nel piano industriale dello Slim c’era anche uno stacco ferroviario. Amazon può arrivare a Colleferro grazie alle circostanze favorevoli create da noi con lo Slim

La stazione ferroviaria di Colleferro come un ulteriore punto di collegamento per lo SLIM?

Esattamente. Anche per incrementare la possibilità di scambi e comunicazione, all’epoca in cui ero sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, feci entrare Colleferro nel sistema logistico nazionale proprio per le possibilità che consentiva anche la stazione ferroviaria di Colleferro. Il piano logistico nazionale si articolava anche attraverso le opportunità offerte dai collegamenti infrastrutturali del Corridoi Berlino-Palermo, di cui si è parlato, nonché dall’asse trasversale Adriatico-Tirreno. Colleferro, per la sua posizione, poteva diventare uno degli snodi di collegamento fra questi due assi. Lo stacco ferroviario, una volta completato, avrebbe permesso di assumere un peso significativo nell’intero progetto.

Attualmente il progetto ferroviario a che punto è?

Da quello che so, sembra sia stato lasciato a se stesso. E’ un peccato perché si trattava di un progetto peraltro rivisto, rimodulato e aggiornato nel 2015, quindi riadattato ai tempi. Adesso, anche in forza dell’ingresso di questi gruppi imprenditoriali, si potrebbe riprendere e completare per utilizzarlo. Vorrei chiarire ancora una volta che il Sistema Logistico Integrato, per come noi lo avevamo ideato, non prevedeva soltanto la creazione di capannoni di deposito o di stoccaggio. C’era anche la possibilità, attraverso l’assemblaggio delle merci, di ottenere il prodotto finito. Pertanto, nel nostro progetto era compresa anche una attività di realizzazione delle merci e non solo di mero stoccaggio. Questa possibilità permette allo Slim di vantare una particolarità esclusiva non presente in altre piattaforme logistiche esistenti in altre zone d’Italia. Noi abbiamo qui a Colleferro una piattaforma logistica integrata che ha queste caratteristiche.

Pensa che l’arrivo di questi grandi gruppi industriali possa ridare vitalità al progetto dello Slim e dello snodo ferroviario?

Lo spero. Nel progettare lo Slim venne messo in campo un lavoro di grandi dimensioni fatto con una attenta capacità di programmazione e pianificazione del futuro. Il futuro che oggi arriva sul nostro territorio grazie alla nostra visione politica tracciata nel passato. Con la realizzazione dello Slim, quando noi eravamo alla guida del Comune, abbiamo individuato a Colleferro un potenziale tale da poterlo mettere in rapporto alla cultura industriale delle imprese della logistica che oggi arrivano nel nostro territorio. Tutto ciò è stato possibile proprio per la nostra politica capace di progettare, immaginare una prospettiva di sviluppo e poi di trovare gli strumenti per realizzare i progetti messi in campo. Se la politica si accontenta di sbrigare l’ordinario, le pratiche di tutti i giorni e non fa sua una visione del futuro perché non ne è capace allora ha tradito la sua missione nel creare delle possibilità per le prossime generazioni. Spero che i politici attuali comprendano fino in fondo il potenziale di cui possono disporre, anche se non ho ben capito se loro stessi ne siano a conoscenza.  Ci vuole una competenza profonda, una cultura della complessità per capire questi nuovi meccanismi, e ci vuole una conoscenza dei sistemi logistici moderni per essere all’altezza del confronto con i gruppi industriali che vengono a impiantare qui, sul nostro territorio, le loro imprese.

“Se manca l’iniziativa necessaria a creare alternative di sviluppo allora si perde ogni intenzione di far rinascere una comunità”

Fra conferme e smentite, come le appare il comportamento dell’amministrazione comunale di Colleferro?

‘Vede, il Sistema Logistico per come lo avevamo pensato e immaginato noi, era un Sistema Integrato importante, non solamente per Colleferro ma per tutto il territorio circostante fino a rientrare nella cornice d’interesse del centrosud Italia e oltre. Gli attuali governanti possono beneficiare di una intuizione divenuta attrattiva per i grandi operatori della logistica internazionale e che, per andare sui mercati del sud Italia e nel Mediterraneo, possono trovare qui a Colleferro un punto di riferimento di grande livello, altrimenti Amazon non sarebbe mai arrivato qui. Una occasione che va accolta ma che non deve diventare altro. Se dovesse invece diventare una mera operazione immobiliare per cui si cede il territorio e basta, allora l’intera vicenda assumerebbe tutta un’altra forma, del tutto lontana a quello che noi avevamo pensato. Diverrebbe anche un clamoroso errore. A Colleferro non abbiamo bisogno di patrimonializzare delle aree, ma sentiamo la stretta necessità di realizzare un sistema virtuoso capace di creare occupazione e sviluppo. Ben vengano quindi le imprese ma con queste si deve stabilire un rapporto paritario di crescita. Oggi, il vero operatore entrato in gioco è Vailog, uno tra i principali sviluppatori logistici presenti al mondo. E’ questo che può aprire la strada sul nostro territorio ad Amazon, Leroy Merlin e altre aziende. Vailog, facendo un accordo con la Regione Lazio, ha deciso di rivolgere la sua attenzione all’area dello Slim, seguendo quello che ha fatto a Passo Corese e quello che sta facendo per Tecnopolo Tiburtino. Tutti questi progetti sono tasselli di una strategia di sviluppo logistico che può portare ottimi risultati di crescita. Tornando alla sua domanda, quello che si percepisce è che l’operazione si stia conducendo fuori e che il Comune non stia giocando un ruolo attivo nell’intero progetto.

Vuole dire che il comune di Colleferro rimane alla finestra mentre gli altri decidono?

Coloro che oggi governano Colleferro sono gli stessi che erano contrari alla logistica. La sinistra di Colleferro, a suo tempo, votò contro lo Slim perché dicevano che queste erano cose al di fuori della realtà e che non si sarebbero mai realizzate. Oppure mi accusavano di favorire i privati. Io non ho paura del privato purché il privato rispetti le regole e faccia le cose giuste. Ad oggi comunque non si riesce a comprendere quale sia la posizione assunta dal Comune di Colleferro sull’intera vicenda. Gli amministratori dovrebbero avere una strategia, un’idea di sviluppo, mantenendo il più possibile un ruolo attivo e non passivo. Se manca l’iniziativa necessaria a creare alternative di sviluppo allora si perde ogni intenzione di far rinascere una comunità.