Sabato scorso, 28 maggio, piazza San Pietro si è colorata di giallo per il “Flash Mob” organizzato da Amnesty International Italia e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Albano Laziale. Attivisti, studenti e associazioni del territorio si sono ritrovati nella centrale piazza albanense per dire stop alle torture e chiedere la verità sul caso Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano torturato ed ucciso in Egitto lo scorso gennaio. Con l’occasione Amnesty International Italia ha festeggiato ad Albano Laziale anche i 55 anni di attività in difesa dei diritti umani. Tema, quest’ultimo, oggetto del convegno tenutosi, dopo il “Flash Mob”, a Palazzo Savelli, al quale hanno partecipato i vertici di Amnesty International Italia, su tutti il Presidente Antonio Marchesi, il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, e l’Assessore alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Giovanili, Alessandra Zeppieri.
Antonio Marchesi ha parlato della campagna “Verità per Giulio Regeni”: «Un’iniziativa che ha visto Amnesty International mettersi in contatto direttamente con i familiari di Giulio. Abbiamo ricevuto in poco tempo numerose adesioni e messaggi di sostegno provenienti da tutto il mondo, anche da alcuni Paesi arabi. In quest’ottica chiediamo alle istituzioni di continuarci a sostenere in questo percorso per far luce sulle dinamiche che hanno visto morire Giulio Regeni».
L’Assessore Alessandra Zeppieri ha spiegato come: «L’educazione sia la garanzia primaria dei diritti umani. Non possiamo rimanere indifferenti se un altro uomo o un’altra donna subiscono violenze o soprusi».
«L’educazione – ha proseguito Alessandra Zeppieri – è la via più sicura per far comprendere, soprattutto alle nuove generazioni, che ognuno di noi condivide con l’altro un cammino e che siamo quindi responsabili di noi stessi ma anche degli altri».
Sul tema è intervenuto anche il Sindaco Nicola Marini: «Amnesty International nei suoi 55 anni di attività è diventata il simbolo e il baluardo nella difesa dei diritti umani».
Il primo cittadino ha poi fatto una riflessione sul caso Regeni: «Giulio era un cittadino del mondo. I nostri ragazzi sono cittadini del mondo. Per questo motivo non devono esistere confini per i diritti dell’uomo. Essi devono essere garantiti in ogni angolo della Terra».