I sindaci dell’area che fa riferimento al presidio ospedaliero di Anagni si stanno organizzando per portare in Consiglio comunale il documento con cui chiedere al Ministero della Salute il riconoscimento giuridico della struttura come presidio di area disagiata per crisi economico-sociale-sanitaria ed ambientale (l’area è inclusa nel Sin), con delle caratteristiche organizzative ben precise che permettano la riapertura di un Pronto soccorso, organizzazione sanitaria già operativa in altre strutture: Ospedale di Acquapendente (Riaperto il pronto soccorso – Medicina generale e servizi); Monterotondo (nuovi servizi con inaugurazione del nuovo Pronto Soccorso con investimenti per 3 milioni di euro); Subiaco (1 milione 400 mila euro per migliorare l’ospedale con nuovi locali di Pronto Soccorso e Medicina generale e Lungodegenza).
E’ uno dei risultati dopo l’incontro tra organizzato al Comune di Piglio dal sindaco Mario Felli con la collaborazione della Uil Pensionati, dove il consigliere comunale di Anagni Fabio Roiati, con rapporto di collaborazione con il sindaco Fausto Bassetta alle Politiche sanitarie, e il dottor Massimo Natalia coordinatore delle attività del presidio sanitario di Anagni, hanno illustrato gli aspetti più tecnici della situazione in cui versa la struttura.
Il dottor Roiati ha messo in evidenza come le condizioni economiche siano ormai mutate rispetto al 2014, e precisamente il 6 agosto, quando nella riunione di tutti i sindaci con la Cabina di Regia Sanità Regione Lazio, fu evidenziato che in base ai rigorosi piani di rientro economico della Regione non si poteva pensare ad un investimento sulla sanità sul territorio, ma che bisognava optare per un progetto che ottimizzasse il lavoro del personale e le attività ancora presenti all’interno del presidio, un progetto poi recepito ed incluso nell’atto aziendale della Asl. « Questo – ha detto Roiati – ha sempre rappresentato una luce di speranza da cui ripartire».
Il dottor Natalia ha evidenziato come le attività presenti all’interno del Presidio Sanitario siano in sofferenza per l’esiguo numero di personale presente e per il vicino pensionamento di alcune unità infermieristiche, nonostante l’impegno ad ottimizzare il lavoro dei presenti per realizzare, tra molte difficoltà, quanto riportato sull’atto aziendale.
Ed è proprio sul diritto di salute dei cittadini che i sindaci presenti hanno preso l’impegno di tornare a chiedere investimenti sul territorio, con il riconoscimento giuridico della struttura come presidio ospedaliero di area disagiata.