A distanza di circa 5 anni dall’omicidio di Maria Manciocco, avvenuto a Segni, il cugino della vittima esprime il suo parere in merito ai recenti casi di cronaca, precisando come – a suo avviso – la percezione e il trattamento legati al tema del femminicidio siano deragliati. Di seguito, le sue parole:
Abbiamo profondo rispetto dell’operato della magistratura e riteniamo che le sentenze non debbano essere oggetto di un commento superficiale e privo dei necessari strumenti di comprensione, tuttavia, negli ultimi mesi, abbiamo riscontrato pronunce tese a giustificare, in qualche modo, femminicidi e stupri, con motivazioni sinceramente di difficile comprensione.
Commettere un efferato omicidio per eliminare una donna che è stata fidanzata, moglie, madre, solamente per l’impossibilità di accettare la decisione della vittima di porre fine ad una relazione, e giustificare tale brutale gesto con un black-out emotivo, non è condivisibile.
Le perizie sugli imputati di omicidio avvengono, spesso, a distanza di molto tempo dal compimento del crimine, e sono assolutamente variabili nei risultati, che dipendono da chi esegue tali perizie.
Quello che osserviamo, tuttavia, è una totale assenza di attenzione nei confronti della vittima.
Tutto ruota attorno al colpevole, ai suoi sentimenti, ai suoi umori.
Ci chiediamo se tutto ciò sia accettabile e se sia rispettoso di ogni donna che ha perso la vita per mano dell’uomo che avrebbe dovuto proteggerla ed amarla.
Continuiamo a credere nella giustizia.
Flavio