Attualità

Elezioni Roma: Codacons presenta esposto per anomalie nel conteggio voti

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Crisi di Governo, sciolte le Camere: si voterà domenica 25 settembre

Sul tavolo della Procura della Repubblica di Roma è arrivato ieri un esposto presentato dal Codacons e relativo a presunte irregolarità e anomalie emerse nel conteggio dei voti alle scorse elezioni del 5 giugno a Roma.

“La scrivente intende sottoporre al vaglio della Procura adita una questione che sta sollevando polemiche in relazione alle elezioni in corso a Roma per il nuovo sindaco ed in particolare alle presunte anomalie che si sarebbero e si starebbero registrando nelle operazioni di spoglio in quasi 30 sezioni comunali, anomalie che se trovassero riscontro nella realtà potrebbero addirittura inficiare le stesse elezioni e il ballottaggio per il quale sarebbe fissata la data del 19.06.2016 – scrive il Codacons nell’esposto -.

Negli uffici elettorali, allestiti nell’ex Fiera di Roma, i magistrati preposti al controllo starebbero verificando verbali e tabelle di scrutinio, sia relativi al voto per sindaco e Assemblea capitolina che alle preferenze per presidenti e consiglieri nei municipi e già sarebbero state riscontrate anomalie in almeno 30 sezioni.

Sempre da quanto riferiscono i media il caos registrato durante la notte dello spoglio avrebbe provocato verbali non compilati, in bianco o incompleti, sezioni commissariate, intere urne da scrutinare ex novo scheda per scheda, voti che non coincidono con quelli dei rappresentanti di lista”.

Nell’interesse primario e assoluto degli elettori il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di accertare “se vi siano state omissioni e/o abusi rientranti nelle fattispecie penali di cui agli  artt. 323 e 328 cpp, omessa attività di controllo, se vi sia stata un’assoluta carenza di trasparenza nella corretta gestione delle operazioni di spoglio o se tali operazioni siano state svolte al fine di alterare gli esiti della volontà espressa dagli elettori con palese violazione dei diritti fondamentali e delle libertà personali”.