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Frosinone, Ottaviani torna sulla questione dei rifiuti romani: “Meglio la salute”

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Rifiuti di Roma, intesa con la regione Toscana per il trattamento delle 13.500 tonnellate: accordo per i prossimi 7 mesi

“Il voto su cui sono chiamati a esprimersi i Comuni, nella prossima assemblea Saf – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – non è un voto politico nei confronti di Zingaretti o di Raggi. Il no ai rifiuti provenienti da Roma è un voto contro una finta emergenza che viene invocata dalla Capitale ogni estate, pur sapendo bene che, in assenza di programmazione su discariche e siti, si arriva sempre a portare i rifiuti nelle altre province del Lazio, e soprattutto a Frosinone. È come se un malato, per 11 mesi all’anno, non si curasse con i farmaci prescritti dal proprio medico ma, allo scattare del dodicesimo mese, si recasse al pronto soccorso, dicendo di essere stato colpito da un improvviso abbassamento dei propri valori.

Del resto, sia la Raggi che il ministro Costa, in settimana, hanno detto chiaramente di essere in grado di sostenere, sotto il punto di vista finanziario, lo smaltimento dei rifiuti di Roma, anche fuori dall’Italia e, quindi, a questo punto, non si tratta più neppure di una vera emergenza ma, semplicemente, della solita gara ad accaparrarsi più rifiuti possibili da parte delle ‘lobby della monnezza’. È inutile, quindi, che una parte del Pd stia cercando, ancora una volta, di mettere il prosciutto sugli occhi dei Comuni, inventandosi l’ennesima chiamata alle armi in difesa della bandiera a cui non crede più nessuno, perché ormai la vera domanda è quella se considerare o meno i rifiuti unicamente come opportunità di business, o come attività obbligatoria solo per esigenze della comunità provinciale, ritornando allo spirito originario per cui venne creata la Saf. Mi chiedo, invece, cosa sarebbe successo se questi stessi personaggi avessero ricoperto, in passato, anche un ruolo politico o imprenditoriale a Taranto: con la loro testa, sarebbero stati capaci di portare anziani e bambini davanti agli altiforni dell’Ilva, in gita turistica, facendo credere loro che si trattava di vulcani artificiali creati per riscaldare la città nel periodo invernale”.