A contattare il NUE per chiedere aiuto alla Polizia di Stato una sedicenne: “Correte! Mio padre sta picchiando me e mia madre e non è la prima volta!”. Immediatamente, all’indirizzo fornito dalla giovane, è arrivata la pattuglia del commissariato Casilino, inviata dalla Sala Operativa.
Quando gli agenti hanno bussato, ad aprire la porta è stata una donna in lacrime ed in forte stato di agitazione; sul divano letto un uomo seduto. Avendo sentito i poliziotti, da una camera è uscita la figlia che ha chiesto loro aiuto affermando di non farcela più a sopportare le continue botte e vessazioni nei confronti suoi, della sorella e della madre, da parte del padre.
La moglie di B.C., romeno di 50 anni, ha dichiarato di essere sposata da 25 anni e che da sempre il marito, quando si ubriacava, la minacciava di morte e la picchiava su qualsiasi parte del corpo, persino durante le due gravidanze.
Nel pomeriggio l’uomo se l’era presa prima con la coniuge, torcendole il braccio sinistro e spintonandola contro il muro e poi con la sedicenne, intervenuta per difendere la madre.
Viste le ferite delle donne, gli uomini in divisa hanno chiamato il 118 che, subito intervenuto, le ha portate in ospedale per le cure. A quel punto gli agenti hanno invitato il 50enne a seguirli in commissariato e lui si è scagliato anche contro di loro, non riuscendo però a colpirli, e gli ha urlato di non avere paura di nessuno: bloccato ed arrestato, B.C. è stato condotto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nel carcere di Regina Coeli.
Madre e figlia hanno avuto, rispettivamente, 8 giorni di prognosi per contusione del braccio sinistro con ecchimosi e 5 giorni per trauma al volto e al braccio sinistro.
Foto di repertorio