Il fiume Tevere divide da decenni non soltanto la città della capitale italiana ma anche le due realtà calcistiche locali, che rivaleggiano fin dalla fondazione dell’As Roma, datata 1927, ossia 27 anni dopo quella della Lazio.
Quest’anno, come poche volte è accaduto, i destini delle due squadre sembrano essere diametralmente opposti per una questione di obiettivi e di rendimento in campionato. Questo perché, mentre la Roma annaspa in cerca del quarto posto che significherebbe la qualificazione alla Champions League, la Lazio è ancora in lotta per lo Scudetto dopo aver inanellato una serie di prestazioni non solo convincenti ma anche concrete. In questo momento, dunque, nonostante nessuna delle due società sia proprietà di una holding multimiliardaria, è il lavoro dei dirigenti sportivi a fare la differenza.
In pochi avrebbero scommesso che Igli Tare, dirigente sportivo della Lazio, avrebbe portato a termine una serie di colpacci di mercato di prim’ordine quando fu ingaggiato dal presidente Claudio Lotito. L’albanese, che ha cercato senza successo un attaccante nel mercato di gennaio, si è dimostrato capace di metter su una squadra competitiva e bella da vedersi. Niente a che vedere, almeno finora, con quanto fatto dall’ex DS Monchi alla Roma. Il sivigliano, arrivato in pompa magna, ha deluso tanto che ha dovuto fare le valigie e tornare a Siviglia.
La squadra allenata da Simone Inzaghi si sta rivelando una delle più forti del campionato . Il grande rendimento della Lazio, le cui vittorie in campionato prevedono alcune tra le quote più basse delle scommesse live, è figlio di una grande organizzazione societaria, del gran lavoro di Inzaghi e del talento di una serie di calciatori che in biancoceleste hanno trovato la loro dimensione. Inoltre, l’apporto realizzativo di un bomber come Ciro Immobile, il quale sta vivendo la miglior stagione della sua carriera, è senza dubbio una componente decisiva riguardo la grande annata dei biancocelesti. La squadra di Inzaghi è stata capace di battere la Juventus sia in campionato sia nella Supercoppa Italiana del dicembre scorso, dimostrando di potersela giocare alla pari con la squadra che ha vinto ben otto titoli italiani consecutivi.
Niente a che vedere, dunque, con quanto accade alla Roma, che dopo un buon inizio di campionato sotto la guida del tecnico portoghese Paulo Fonseca sta adesso accusando una serie di problemi che le hanno impedito di mantenere un ritmo di vittorie costante. Il 4-2 subito dal Sassuolo e la sconfitta interna contro il Bologna sono state la dimostrazione di come i giallorossi non attraversino un buon momento dal punto di vista della forma fisica e dei risultati. Con un Dzeko appannato e molto solo in punta, oltre a un Pau Lopez poco sicuro tra i pali come principali falle evidenti in questo periodo, i giallorossi avranno bisogno di una scossa emotiva per ripartire e poter sperare ancora in una qualificazione alla prossima Champions League.
In sostanza, in questo momento la differenza tra Lazio e Roma è rappresentata non solo dai tanti punti di distanza in classifica, ma anche e soprattutto dal lavoro delle rispettive dirigenze.