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Roma. PCI: elezioni rinviate. Era nostra valutazione, diciamo bene per sensibilità democratica. Referendum voto separato

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Di seguito, la nota del PCI:

“Rinviate. Le elezioni Regionali e Amministrative di diverse regioni e di circa mille comuni in Italia, sono state rinviate. E’ una normale buona notizia di saggezza – commentano il segretario regionale del PCI Lazio Oreste della Posta, e il segretario della Federazione Castelli, Andrea Sonaglioni- infatti, come sostenemmo nel denunciare l’ambiguità e l’incertezza del Governo nelle settimane scorse, non aveva senso mettere al primo posto la salute, la cautela, la battaglia al covid 19, senza correggere l’agenda elettorale. Agenda che non era un fatto tecnico ma diventava e diventa esercizio del diritto costituzionale di essere in piena libertà e autonomia nelle consultazioni elettorali.

E come era possibile farlo con l’impossibilità di confronto, di serenità, di dibattito?”.” Del resto – ricordano i due dirigenti comunisti -per quanto riguarda il Referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, inizialmente fissato per lo scorso 29 marzo 2020, era già stato rinviato a data da definirsi con un emendamento presente nel decreto “Cura Italia”. A proposito del quale, noi riteniamo che non si debba ricorrere all’election day, ma dare ampio e giusto respiro alla specifica campagna referendaria. Inoltre, ricordiamo che nella nostra Regione, per esempio, saranno ben 30 i Comuni chiamati a eleggere i propri primi cittadini e i rappresentanti nei Consigli.

Nell’area della provincia di Roma, tra i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, vi sono città come Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Rocca di Papa, Colleferro e Anguillara Sabazia; nelle altre province spiccano Ceccano, Fondi e Terracina. I comunisti del Lazio, di fronte alle notizie ufficiali, come si evincono dal comunicato ANSA  “Via libera del Consiglio dei ministri allo slittamento delle amministrative. La finestra elettorale per il voto decisa dal Consiglio dei ministri, a quanto apprende l’ANSA da fonti di governo, andrà dalla metà del mese di settembre al mese di dicembre.

Per le Regioni chiamate a rinnovare le proprie Giunte e i propri Consigli regionali non sarà possibile, quindi, andare al voto a luglio come prevedeva una delle ipotesi in campo prima del Cdm.” – concludono i due dirigenti regionali Della Posta e Sonaglioni- ,ritengono che la priorità, ovviamente, è stata data alla prevenzione e controllo dell’azione di contagio del CoViD-19. Prendiamo quindi atto dell’atto di saggezza e di sensibilità democratica che l’Esecutivo ha adottato.

Specificando comunque che la finestra di legge dovrebbe essere tra metà ottobre e metà dicembre. Il Partito Comunista Italiano, resterà impegnato politicamente e socialmente nelle attività di emergenza, senza tralasciare la preparazione per le battaglie future.”.