Nella mattinata odierna, in Giugliano in Campania (NA), i militari del NORM – Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Cassino, coadiuvati nella circostanza da personale della locale Compagnia, a conclusione di elaborata attività di indagine, traevano in arresto in esecuzione dell’ordinanza di collocamento in comunità emessa dal G.I.P. del Tribunale dei Minorenni di Roma il 22 c.m., M. F., 20enne del posto, già censito per rapina.
La maldestra rapina
Il 18 ottobre 2018, alle ore 09.40, a San Vittore del Lazio (FR), due giovani, di cui uno armato di cacciavite e con volto travisato, irrompevano in una banca locale e sotto la minaccia del succitato arnese intimavano ai dipendenti di consegnare loro il denaro esistente nella cassa. La pronta reazione dei tre bancari, che affrontavano fisicamente i malviventi, consentiva a questi ultimi di farli desistere dall’azione delittuosa e metterli in fuga.
Tuttavia in sede di denuncia emergeva che i rapinatori erano riusciti comunque a sottrarre la somma di denaro contante di € 4800 da una cassa aperta. Sul posto, successivamente, si recava il personale della Sezione Operativa Carabinieri di Cassino, per i rilievi e gli accertamenti tecnici di rito.
Le preliminari indagini consentivano di accertare che la rapina veniva compiuta ad opera di due giovani malviventi, con inflessione dialettale campana, provvedendo ad acquisire dall’impianto di videoripresa le immagini d’interesse al fine di attivare tempestivamente le indagini e consentirne la diramazione per le ricerche degli individui in ambito nazionale.
Nel corso dell’ispezione dei luoghi effettuata sia nei locali dell’istituto di credito sia all’esterno dello stesso, venivano rinvenute delle tracce di sangue, in quanto uno dei due malviventi, nelle fasi concitate dell’atto delittuoso, si era ferito alla testa. Nel proseguo delle indagini emergevano analogie nel modus operandi adottato dagli autori della rapina in San Vittore, con altra rapina avvenuta in Sperlonga (LT), nella quale erano state arrestate due persone, consentendo di orientare le indagini nella direzione giusta. La positiva attività di individuazione di persona operata nei confronti di due testimoni, consentiva di orientare le indagini e raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del prevenuto, all’epoca del fatto minore degli anni diciotto, mentre non emergevano elementi utili all’individuazione del secondo rapinatore.
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A questo punto, si rendeva necessario, a sostegno dei gravi indizi già raccolti e al fine di raggiungere la certezza della responsabilità dell’arrestato, di acquisire ulteriori elementi probatori mediante la comparazione dei profili genetici estrapolati dalle tracce ematiche repertate sulla scena del crimine e dal campione biologico prelevato al 20enne, che esaminati dal R.I.S. di Roma – Sezione Biologia, davano una perfetta compatibilità, arrivando a ottenere dal G.I.P. del Tribunale per i minorenni di Roma, sotto il coordinamento di quella Procura della Repubblica, il collocamento in comunità del giovane, in considerazione del fatto che all’epoca della rapina era minorenne. Il provvedimento de quo veniva pertanto eseguito dai militari operanti nella mattinata odierna.
Foto di repertorio