Ci si avvicina al periodo delle vacanze e per gli italiani prenotare una villa, un albergo o un appartamento su internet è divenuto ormai una pratica comune negli ultimi tempi.
Tante sono le offerte che pullulano sul web, ma alcune volte nel prezzo è compreso l’imprevisto o addirittura la truffa che vi rovinerà le tanto meritate vacanze. Una situazione comune, forse troppo, in questa estate.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare i vacanzieri, per evitare che gli utenti in procinto di fruire di un periodo di ferie, subiscano l’amara esperienza di trovarsi di fronte ad un alloggio inesistente o non conforme a quanto si era pattuito.
Ogni giorno oltre 300 mila nuovi annunci vengono pubblicati sulla piattaforma di diversi siti di annunci gratuiti sotto la responsabilità dell’utente. La vittima ignara inserisce le proprie coordinate bancarie, convinta di aver prenotato il posto giusto, e invece si ritrova con il conto pesantemente alleggerito.
Massima attenzione, perciò, onde evitare brutte sorprese, è di tenere alta la guardia, controllando accuratamente la presentazione del sito. La truffa ‘on line’ è sempre ben architettata, con invitante annuncio, prezzo conveniente per periodi anche brevi ed il corredo di diverse foto.
Le informazioni di contatto e gli errori d’ortografia in particolare, però, sono spesso un ottimo indice per capire se il sito che si sta visitando è genuino o meno.
Prestigiose località balneari italiane come Rimini, Riccione, Alassio, Gallipoli ma anche note zone sciistiche di Courmayeur, Livigno e Bormio erano il terreno di una banda specializzata in truffe online di case-vacanza che è stata sgominata dalla Polizia di Stato, che ha denunciato 22 persone.
Gli indagati avevano messo in piedi un articolato sistema di raggiri per affittare appartamenti inesistenti, o di cui non avevano la disponibilità, locandoli persino a più famiglie contemporaneamente.
Le indagini, condotte dal Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni di Milano, a seguito di alcune denunce, sono riuscite a risalire dal web ai responsabili reali, a cui sono contestati almeno 600 casi di raggiro, 254 dei quali a Milano, utilizzando inserzioni sui veri portali di annunci per gli affitti di appartamenti.
Le indagini hanno svelato l’esistenza di tre gruppi: il primo, formato da italiani ritenuti i capi dell’associazione, si occupava di inserire progressivamente gli annunci in rete, seguire le trattative telefoniche con le vittime e, infine, incassare i proventi della frode; il secondo, composto da cittadini romeni, si occupava di procacciare numerosi prestanome per i pagamenti; il terzo, infine, rappresentava la “manovalanza” dei primi due, ed era composto da cittadini italiani e stranieri che, appunto, dietro un corrispettivo si recavano presso le banche per attivare quanti più conti correnti possibili, fornendo successivamente ai promotori i codici dispositivi per i servizi di home banking e le tessere bancomat necessarie al prelievo delle caparre e degli affitti anticipati ottenuti fraudolentemente via web senza dover scoprire la propria identità. Cautela e scaltrezza, durante la trattativa contrattuale, non devono perciò mancare mai, per non incappare in truffe.