Riceviamo e pubblichiamo.
Come tutti sappiamo, Carpineto è una città che basa il proprio prodotto interno sulle poche risorse che ha a disposizione, che negli anni hanno pian piano abbandonato i settori “storici”, quali la pastorizia, l’agricoltura e l’allevamento del bestiame per spostarsi verso attività commerciali di piccole dimensioni e, soprattutto, relative al solo mercato interno.
Una delle poche forme di immissione di capitale “esterno” alla popolazione locale è rappresentato, come è ben intuibile, dal rado turismo che interessa i nostri borghi cittadini, specie durante determinati periodi dell’anno, in concomitanza con eventi, palii, feste, sagre. Nell’ultima relazione del sindaco Battisti sulla presentazione del bilancio, si legge l‘intenzione di puntare alle feste paesane come fonte d’investimento; la volontà di utilizzare una delle poche risorse rimaste per “far cassa”, ci spaventa non poco, leggendolo come un “approfittarsi” dell’ultimo patrimonio attrattivo in chiave turistica, rovinando quel poco che è rimasto di conosciuto di Carpineto al di fuori dei confini cittadini. Per far un esempio, sembrerebbe si sia deciso di utilizzare le cosiddette “Fraschette” della Festa di San Agostino per “finanziare”, aumentando esponenzialmente il guadagno e “ritoccando” i prezzi rispetto agli stessi delle feste analoghe delle altre città; stesso dicasi per la “Sagra della castagna”, dove è palese una disparità dei prezzi sull’effettivo ammontare di ciò che si vende al pubblico, specie rapportando con feste del medesimo tipo che si svolgono, nello stesso periodo, in altre città.
Piuttosto che “spolpare” i pochi turisti che affluiscono, riteniamo sarebbe più logico dedicarsi ad accrescere l’offerta che ad essi si può presentare durante le proprie vacanze o le visite “toccata e fuga”, specie nel momento in cui ci si trova a vivere un momento storico che, da una parte, vede una crisi nei consumi e negli investimenti non primari (tra cui, per l’appunto, la villeggiatura o le escursioni “fuori porta”) e, dall’altro, mostra un’interconnessione dei giudizi e contenuti capace di rovesciare diametralmente il mercato rispetto a venti o trent’anni fa, con il “cliente” padrone della mossa e capace, con pochi clic, di “vendere” o “sconsigliare” un determinato luogo a centinaia di migliaia di altri ipotetici clienti (o, nel caso di Carpineto, turisti).
Puntare sul rilancio delle bellezze architettoniche, perciò, è non solo fondamentale, ma necessario: dall’aumento dell’offerta commerciale ed attrattiva (come, ad esempio, un bel museo situato nella Rocca dei Volsci, un palazzo di Leone XIII od alla maggior cura delle affascinanti chiese del territorio), alla pubblicizzazione dei percorsi montani della piana delle Faggeta, dando grande attenzione ai numerosissimi manufatti antichi già presenti ed abbandonati, tipici di una cittadina risalente al ‘700. Cerchiamo di preservare e privilegiare le attività commerciali già presenti sul territorio, interfacciandole in rete con una pro-loco degna di questo nome e capace di sfruttare a pieno le potenzialità del mondo globalizzato, realizzando operazioni di marketing territoriali capaci, senza spendere un solo centesimo, di richiamare masse di utenti inimmaginabili per una realtà, qual è quella carpinetana, da sempre operante al di sotto delle proprie possibilità.
Non dovremmo esser noi attivisti di Forza Nuova a proporre questo tipo di iniziative ed idee (lapalissiane: nulla di irrealizzabile, anzi…), quando c’è chi è preposto (e pagato) per farlo; tuttavia, constatando la totale incapacità di queste figure nel proporre qualcosa di innovativo, ci vediamo costretti a farci avanti, mettendo a disposizione il capitale umano (qualificato) necessario per avviare i progetti per il rilancio concreto del turismo in tutta la città, senza chiedere compenso alcuno ma per mero senso civico e spirito di rivalsa: una Carpineto diversa e migliore, più ricca e famosa, viene anche dalle iniziative dei singoli.
Sta a chi di dovere ascoltare queste proposte e saperle cogliere, sperando di non rimanere al solito fermi in banchina a guardare l’ennesimo treno passare ed andar via, facendo finta che il “non cambiare” sia la mossa più logica e corretta, rimanendo fermi ed ancorati ad un mondo preistorico mentre il mondo corre e va avanti, divenendo man mano sempre più lontano ed irraggiungibile.
La segreteria di Forza Nuova Carpineto Romano