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Frosinone, Ottaviani alla Raggi: “Se Roma rinuncia alle Olimpiadi, ci siamo noi”

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Sull’argomento relativo alle Olimpiadi 2024, è intervenuto il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, proponendo al sindaco di Roma Virginia Raggi, in caso di rifiuto del Campidoglio, almeno di non ostacolare la proposta delle Olimpiadi unendo i capoluoghi del Lazio Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo ed utilizzando la periferia della provincia romana.

“Se il sindaco di Roma, dopo aver espresso la propria contrarietà alla localizzazione del nuovo stadio dei giallorossi, con un investimento  superiore al miliardo di euro, dovesse insistere anche nella contrarietà rispetto al progetto delle Olimpiadi 2024 – ha detto il sindaco Nicola Ottaviani – pur rispettando le opinioni della Raggi, credo che quattro città capoluogo del Lazio e la stessa provincia romana abbiano non solo il diritto, ma anche il dovere, di surrogarsi in quella che rappresenta un’opportunità unica per l’intero Paese.

Se è vero, infatti, che le Olimpiadi vengono assegnate formalmente ad una città e non direttamente ad una nazione, è pur vero che il riverbero economico e di immagine investe lo Stato organizzatore e tutte le istituzioni che ad esso appartengono, dal governo centrale a quello regionale per finire con l’esecutivo del più sperduto municipio territoriale.

La formula, quindi, potrebbe essere quella di indicare le Olimpiadi non semplicemente  con il nome di “Olimpiadi di Roma 2024”, non permesso dalla giunta capitolina, bensì come “Olimpiadi di Roma Capitale 2024”, in quanto la Capitale è riferibile ad una intera nazione e non può essere appannaggio delle volontà, positive o negative, di un unico Comune.

A quel punto, considerando il fatto che l’area della Capitale, sotto il punto di vista urbanistico e dei trasporti, copre l’intera provincia di Roma, spingendosi alle porte di Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti, potrebbero essere proprio le quattro città capoluogo del Lazio a conferire il supporto istituzionale alle Olimpiadi, all’area metropolitana romana, e agli sforzi che stanno profondendo in questa direzione sia il Coni, sia il nostro Governo.

Del resto, se il Brasile con tutto il proprio caos istituzionale e addirittura con l’impeachment in corso a carico del proprio presidente è riuscito ad organizzare in due anni Mondiali di calcio e Olimpiadi, generando circa tre punti di pil, non vedo per quale motivo un territorio dotato di grandi risorse e potenzialità come la periferia di Roma non possa avere diritto di giocarsi le proprie carte”.