Enrico Latini, 38 anni, e Ornella Baldi, 41 anni, originari di Roma ma residenti a Latina, dove convivevano, erano stati arrestati due mesi fa, dopo aver preso a sprangate una coppia a Borgo Sabotino, la cui colpa era stata quella di aver chiamato la polizia, avendo visto i due ladri nel pieno dell’azione, nell’abitazione dei loro vicini.
I conviventi, in seguito all’arresto, erano stati sottoposti ai domiciliari, con l’accusa di rapina.
Nel pomeriggio di ieri è avvenuto un nuovo incredibile fatto di violenza.
Agenti della squadra Volante sono intervenuti in via Strada Alta, in seguito alla segnalazione di una lite in famiglia. Evento confermato ai poliziotti da Latini Enrico che riferiva di aver avuto una animata discussione con la sua convivente, Baldi Ornella, la quale si era poi allontanata da casa.
Era stato lo stesso Latini Enrico a chiamare il 113, poichè temeva una violenta reazione da parte dei familiari della vittima, residenti a Roma e che pare lo avessero già minacciato in precedenza.
Gli investigatori, riusciti a rintracciare Baldi Ornella, rifugiatasi presso l’abitazione di una sua amica non molto distante dalla casa dove dimorava, hanno accertato che il suo compagno l’aveva brutalmente malmenata. Si è scoperto anche che Latini aveva tentato di colpirla persino con la fiocina sparata da un fucile subacqueo, non riuscendo nell’intento.
Alla donna, medicata presso l’ospedale Santa Maria Goretti, è stata riscontrata, in particolare, un’abrasione corneale, ecchimosi perioculare e della palpebra, con 10 giorni di prognosi.
Una volta accompagnati in Questura, Latini ha dato di nuovo in escandescenza scagliandosi contro gli operanti, minacciandoli di morte.
La vicenda si è conclusa con l’arresto di Latini per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia e violenza a Pubblico Ufficiale. È stato quindi condotto presso la Casa Circondariale di Latina a disposizione della competente Autorità giudiziaria.
La donna, invece, è stata rimessa ai domiciliari e dovrà rispondere per il reato di evasione, causa il fatto di essersi allontanata dall’abitazione dove si trovava in regime di arresti domiciliari, senza avvisare alcuna Autorità, per oltre un’ora dopo che erano accaduti i fatti.