Attualità

L’e-commerce in Italia cresce per numero di imprese, localizzazioni ed addetti: durante il lockdown e nei mesi successivi aziende aumentate di 3.034 unità (+13,7%)

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Black Friday 2022: i consigli del Centro Europeo Consumatori per fare acquisti più sicuri e senza intoppi

L’e-commerce cresce senza sosta, per numero di imprese, localizzazioni ed addetti. È quanto emerge dall’ultimo studio condotto da Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico Aforisma (school of management, associata Asfor), in collaborazione con l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC). Il lavoro di ricerca e di analisi prende in esame tutte le imprese attive nel settore, iscritte in Camera di Commercio.

LEGGI ANCHE: Nuovo Dpcm, al vaglio le ipotesi: ristoranti chiusi e spostamenti vietati?

«Lo studio condotto da Davide Stasi – introduce Andrea Ferrari, presidente dell’AIDC – ci fornisce un interessante quadro della capacità di reazione degli imprenditori italiani al fenomeno pandemico. Tutt’altro che statica l’impresa italiana, spesso a dispetto di una macchina burocratica inefficiente, mostra una vitalità nuova».

«Il canale online – spiega Stasi – sta offrendo alle imprese, sia grandi che piccole, opportunità di business fino a qualche anno fa inimmaginabili e non è un caso che, tra le attività di vendita al dettaglio in progressiva e costante crescita, si distinguano proprio quelle che commercializzano articoli e prodotti da acquistare sulla base di materiale pubblicitario, cataloghi o informazioni disponibili sui vari siti internet. La fornitura di servizi via internet è classificata con il codice Ateco 47.91.10 (“Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”). In tutta Italia, si contano 25.115 imprese attive (erano 13.961 a fine 2015). L’incremento è di 11.154 unità, pari al +80%. Le localizzazioni sono 30.248 contro le 16.594 di cinque anni fa. Gli addetti sono 34.189 addetti (a fronte dei 18.093 del 2015). La crescita di 16.096 addetti corrisponde all’89 per cento di addetti in più nell’ultimo quinquennio».

Durante il lockdown e nei mesi successivi, le imprese sono aumentate di 3.034 unità, pari al +13,7 per cento (dal 31 marzo al 30 settembre). A livello regionale, la Lombardia si colloca al primo posto, con 4.772 aziende (pari al 19 per cento del totale. Seguono la Campania (3.361), Lazio (2.946), Emilia Romagna (1.822), Veneto (1.779). A livello provinciale, Roma si trova al primo posto, seguita da Milano (2.074) e Napoli (2.019).

Solitamente, le merci vengono ordinate per corrispondenza, per telefono o tramite modalità specifiche indicate sui diversi siti web. A seconda delle loro caratteristiche, i prodotti acquistati possono essere scaricati direttamente dalla rete internet o recapitati al cliente.

«Grazie al digitale – evidenzia l’autore della ricerca – cade ogni tipo di barriera geografica e temporale (anche le piccole realtà possono oggi espandere il proprio raggio d’azione a livello nazionale e addirittura internazionale) con ricadute ovviamente positive per il fatturato. Si affinano nuove tecnologie e percorsi di acquisto e vendita e l’e-commerce diventa un formidabile strumento di marketing e profilazione, ma anche il canale ideale per erogare informazioni su prodotti-servizi sempre più ricche e complete e rafforzare il rapporto azienda/consumatore. In base alla natura dei soggetti coinvolti è poi possibile distinguere diverse declinazioni del concetto di e-commerce: si parla di Business to business (B2b) quando la relazione è tra due imprese (una fornitrice e una acquirente) e di Business to consumer (B2c) quando la relazione è tra un’impresa fornitrice e un consumatore finale.»

«È interessante – sottolinea Andrea Ferrari – osservare la correlazione tra i numeri, ponderati geograficamente, e la densità abitativa nel nostro paese: c’è infatti una correlazione diretta: i valori, e la crescita, delle iniziative e-commerce è tanto maggiore dove sono densi i centri abitati (Lombardia, Lazio, Campania, Puglia) ed inferiore dove la popolazione è dispersa (Calabria, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige). Probabilmente è necessario un lavoro ulteriore di promozione delle iniziative in maniera meno vincolata ai mercati di sbocco: serve perciò un concreto impegno nelle infrastrutture, tanto informatiche che logistiche».

Si contano almeno sei vantaggi per le aziende se diversificano con la propria attività, grazie all’e-commerce: il sito di vendita online è sempre aperto e si può acquistare in qualsiasi momento della giornata, senza limiti di giorni e di orario; si possono moltiplicare le possibilità di business, ampliare il bacino di utenza, anche all’estero; si può risparmiare perché i costi di un e-commerce sono più contenuti ed inferiori rispetto ad un negozio tradizionale; si possono pianificare più facilmente le azioni commerciali, comunicando in tempo reale le novità di prodotto, le prossime uscite, le promozioni in corso; si può acquisire una maggiore visibilità, in quanto può contribuire a definire e migliorare l’immagine aziendale; si possono implementare le nuove strategie commerciali, perché attraverso un canale di vendita online si possono monitorare meglio gli acquisti, grazie agli strumenti di web analytics per avere una visione completa dell’andamento delle vendite, ma non solo. Attraverso un sito e-commerce è possibile, infatti, monitorare i percorsi realizzati dagli utenti, i prodotti più visualizzati, le transazioni effettuate e acquisire preziose informazioni per profilare il target.