Negli appuntamenti precedenti non abbiamo mai avuto occasione di accennare direttamente alla zona dove viene edificato lo stabilimento. La zona a sud di Roma, nella Alta valle del Sacco che al tempo era denominata Tenuta di Colleferro e qui, poco distante dal fiume Sacco, nasce la stazione ferroviaria di Segni scalo, nel 1862. La stazione era uno snodo importante della tratta Roma-Ceprano terminata nel 1862 per volontà del Papa Pio IX. Il percorso negli anni subisce molti cambiamenti. A seguito della costruzione del tronco ferroviario Roma-Ciampino-Palestrina-Valmontone-Segni che andava a sostituire il vecchio tratto Roma-Velletri-Segni, divenne nel tempo, uno snodo ferroviario rilevante per l’intera area. La presenza della stazione favorisce l’incremento economico della zona e, secondo le parole di Aldo Colajacomo, porta alla formazione di un primo nucleo abitativo formato da famiglie di “ferrovieri, piccoli artigiani, imprenditori locali […] attratti dal richiamo dello zuccherificio.”(p. 190) Negli anni della produzione il piccolo villaggio iniziale si ingrandiva. Gli abitanti, sentendo l’esigenza di avere un luogo di culto per le celebrazioni religiose, rivolsero un appello al vescovo della Diocesi di Segni, poiché era di sua pertinenza il territorio sul quale era lo zuccherificio, per costruire una piccola chiesa. Il progetto della chiesa di S. Gioacchino, così intitola in onore del papa Leone XIII al secolo Giacchino Pecci, venne presentato nei primi anni del Novecento e la chiesa comincia ad essere edificata quasi di fronte allo stabilimento. Ma la costruzione dell’edificio sacro si arresta dopo appena qualche anno e con essa anche la crescita del villaggio nato attorno allo zuccherificio.
Qual è il motivo di questa improvvisa cessazione della costruzione? Lo scopriremo nel prossimo appuntamento.