Immerso nel bosco, sulle rive del Lago di Nemi sorgeva il Tempio di Diana. Un complesso archeologico di straordinaria rilevanza dedicato alla dea romana, divinità dei boschi, protettrice degli animali selvatici, custode delle acque e delle fonti. Dea della caccia, della verginità e del tiro con l’arco.
Stanziati 250mila euro per il Tempio di Diana a Nemi
Il santuario, chiuso ancora al grande pubblico si appresta a rinascere grazie a un nuovo progetto di restauro e recupero delle aree adiacenti reso possibile tramite i fondi europei transitati attraverso la Regione Lazio e a disposizione del Gruppo di azione locale di riferimento, quale è il Gal Castelli Romani e Monti Prenestini.
E’ una svolta storica per l’area archeologica del Tempio di Diana sita nella valle del Lago di Nemi. Infatti l’Amministrazione Comunale è riuscita ad accedere ai fondi Europei tramite la Regione Lazio e a disposizione del GAL (Gruppo Azione Locale Castelli Romani e monti Prenestini) si tratta di 250.000 euro con i quali verranno realizzate opere di restauro e messa in sicurezza finalizzate all’apertura al pubblico dell’importante sito archeologico.
Erano decenni che si attendeva una svolta importante di questo tipo che permettesse finalmente a questo prezioso sito archeologico di essere visitato da tutti.
Ricordiamo che l’area archeologica del Tempio affonda le radici ben prima dell’età del Bronzo ed è stato il centro di culto della Lega Latina. – lo scrive il sindaco di Nemi Alberto Bertucci.
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Una nuova sfida che vede impegnati il Comune di Nemi, il GAL con il Presidente Stefano Bertuzzi e il responsabile tecnico Patrizia di Fazio, la Soprintendenza archeologica del Lazio con il Direttore Margherita Eichberg e la dott.ssa Simona Carosi – conclude il Sindaco.