Il 24 febbraio il presidio dei lavoratori. Di seguito, la nota dei Sindacati:
La Eurosanità Spa, proprietaria del Policlinico Casilino, uno dei plessi sanitari accreditati più grandi del territorio romano, non ha dato piena applicazione al CCNL e, nel tentativo di conciliazione obbligatoria tenutosi questa mattina, non ha fatto alcun passo indietro sul riconoscimento pieno degli avanzamenti contrattuali ai lavoratori.
“L’azienda continua a tenere un atteggiamento ingiustificabile, e offensivo verso i lavoratori che da mesi, come ogni operatore sanitario di questa regione, sta sostenendo una pressione e un rischio lavorativo senza precedenti per l’emergenza pandemica”, dichiarano Roberto Scali, Sergio Pero e Domenico Frezza – responsabili territoriali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.
“In modo arbitrario, la proprietà ha deciso di adeguare il tabellare, a partire da novembre, solo per la metà dell’aumento stabilito con il nuovo CCNL, siglato a ottobre scorso. Mentre per i mesi di agosto e settembre l’aumento non è stato riconosciuto. Stesso discorso per la quota di “una tantum”, di 1000 euro, erogata sempre al 50%. E a questo, si aggiunge la revoca unilaterale dei premi di incentivazione e produttività”, proseguono Scali, Pero e Frezza.
“La proprietà ignora volutamente il confronto ed è sorda alle sacrosante rivendicazioni dei lavoratori, dopo 14 anni di retribuzioni e diritti fermi per il mancato rinnovo del contratto nazionale. La struttura non ha problemi di bilancio, ma, come sta accadendo in tante altre strutture private accreditate, dal Fatebenefratelli al Cristo Re, le proprietà continuano a considerare i propri dipendenti unicamente come voci di costo, e non si vergognano di venir meno ai propri obblighi per fare pressione sulle istituzioni pubbliche. Che, ricordiamo, garantiscono i costi del rinnovo per la metà”, aggiungono Cgil Cisl e Uil.
“Non si può fare profitto sulla pelle dei lavoratori. La mobilitazione va avanti, e il 24 febbraio, dalle 12 alle 14, saremo prima in assemblea e poi in presidio con i lavoratori. Se non ci saranno aperture, arriveremo allo sciopero. Al contempo, riteniamo sempre più urgente l’intervento da parte della Regione Lazio sia per intervenire sulle singole vertenze aperte, sia per aprire il confronto complessivo verso una maggiore regolamentazione e trasparenza della gestione finanziaria di queste strutture, che erogano una parte consistente di servizio pubblico alla salute, e pubbliche sono le risorse che consentono loro di operare: l’amministrazione regionale deve revocare l’accreditamento a chi non ottempera correttamente all’applicazione del contratto”, concludono.