Proseguono senza sosta, i controlli del personale della Polizia di Stato della Divisione Amministrativa e Sociale della Questura, diretta da Agnese Cedrone, in concomitanza con l’inizio delle restrizioni più severe per il contenimento dei contagi da coronavirus con la Capitale in zona rossa dal 15 marzo scorso.
Tale attività di contrasto ha permesso in diverse distinte operazioni nella Zona Sud di Roma di sanzionare e chiudere due armerie trovate aperte e non rientranti nelle attività consentite dal DPCM del 02.03.2021.
Curioso ciò che hanno constatato gli agenti della Divisione in una delle armerie: il titolare evidentemente aveva pensato d’incrementare i profitti violando la destinazione d’uso del suo locale vendendo e somministrando ai clienti “cicchetti/cartucce” riempite con grappa barricata. A quest’ultimo, oltre alla multa di 400 euro e alla sanzione accessoria che dispone la chiusura per 5 giorni dell’attività commerciale, è stata contestata la vendita e la somministrazione abusiva di bevande per un ammontare complessivo di circa 5 mila euro di sanzioni.
Giro di vite anche sui “falsi atleti” d’interesse nazionale che grazie all’escamotage del tesseramento FIT, numerosi circoli di Padel e Tennis, hanno continuato a far giocare e ad operare nell’illegalità nonostante la zona rossa. Ciò ha portato al tesseramento massivo di atleti; peccato però che oltre al tesseramento necessità che l’atleta sia iscritto a tornei FIT, condizione imprescindibile per potersi allenare giocando.
La stretta è toccata a due noti circoli della capitale, uno ubicato sul lungotevere l’altro nella zona sud di Roma dove sono stati trovati a giocare alcuni pseudo atleti, tra loro anche ultracinquantenni. I proprietari e i gestori dei circoli oltre alla sanzione si sono visti chiudere la loro attività fino al termine delle restrizioni previste dalla zona rossa
Inoltre, l’attività di controllo è stata estesa a circa una quarantina di attività commerciali tra bar, ristoranti pizzerie, minimarket, che hanno portato alla sanzione di 6 attività con conseguente chiusura in quanto trovate a somministrare malgrado le limitazioni imposte dal DDPCM, per un totale complessivo di circa 20.000,00 euro.
Foto di repertorio