Gli italiani tra i più “mammoni” d’Europa. In Italia i giovani restano in famiglia fino ai 30 anni. Terzi nella classifica europea
Esiste un’età ideale per “l’indipendenza”? Non precisamente, almeno dal punto di vista anagrafico. Da un recente sondaggio Eurostat, c’è chi rimane a casa con i genitori anche dopo i 30 anni, come nel caso d’Italia. I dati confermano che un giovane italiano impiega 12 anni in più rispetto ad un coetaneo svedese a lasciare la casa dei genitori.
Infatti nel 2020, l’età media per fare le valigie è salita a 30 anni, posizionando Italia al terzo posto insieme a Malta e Portogallo nella classifica europea, dopo Croazia e Slovacchia. Le differenze culturali e le politiche per il welfare nei Paesi scandinavi sono particolarmente evidenti, infatti i giovani escono di casa prima dei 20 anni.
Eurostat ha inoltre dimostrato, come statisticamente gli uomini italiani attendano i 31 anni prima di ottenere l’indipendenza dai genitori, rispetto alla media delle donne che lasciano il “nido” già a 29 anni. Tra i motivi principali alla base di questo fenomeno c’è la vicinanza al luogo in cui si studia o si lavora, ma soprattutto la difficoltà economica da parte dei giovani a sostenere i costi di un immobile, che in Italia si sa non essere proprio economici.
Tuttavia questo trend, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, potrebbe cambiare non appena il mercato degli affitti riuscirà ad offrire soluzioni più accessibili e convenienti anche per i giovani.