Sulla strada del ritorno dal primo incontro della Conferenza di servizi per il riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) sugli inceneritori di Colleferro – alla quale il meetup Colleferro 5 Stelle ha partecipato come uditore – comparivano sulle pagine personali di Facebook di assessore all’Ambiente e sindaco i primi post che enfatizzavano la ferma posizione dell’Amministrazione comunale di Colleferro contro il rilascio dell’autorizzazione e quindi contro l’incenerimento.
Ricordiamo però al sindaco della svolta sana che le posizioni da lui assunte in Conferenza di servizi erano parte integrante, anzi la parte più forte del suo programma elettorale e della sua storia politica e personale. Inoltre, il lancio di un tale proclama, arriva all’immaginario collettivo ovvero ai non addetti ai lavori come se si fosse ottenuta in Conferenza dei servizi quantomeno una mezza vittoria!
La realtà purtroppo è differente: la Regione Lazio ha chiarito che, di fatto, trattandosi di una proroga di una autorizzazione già concessa, solo un parere dell’Ente ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) LAZIO (assente in conferenza) che tenga conto delle posizioni espresse dall’Amministrazione comunale e sostenuto dalle associazioni ambientaliste presenti in conferenza e dalla stessa ASL RMG, potrebbe produrre la rideterminazione al ribasso dei limiti di emissione fissati dall’AIA, che comunque verrebbe rinnovata.
La Regione Lazio ha precisato inoltre di essere obbligata al rispetto degli ultimi interventi normativi emanati dal Governo nazionale (Decreto Sblocca Italia, ndr) che prevedono per la nostra Regione l’incremento degli impianti di incenerimento di due unità, nonostante a detta della dirigente Tosini, la Regione si sia dichiarata contraria in linea di principio a tale obbligo. Però non riscontriamo da parte della Regione Lazio dichiarazioni ufficiali in tal senso; vi è stata solo da parte del presidente Zingaretti qualche timida dichiarazione a margine di alcune interviste recenti e solo perché costretto dal confronto pubblico con esponenti del Movimento 5 Stelle della Capitale che, a fronte di un programma elettorale che prevedeva l’esclusione totale del processo d’incenerimento dal ciclo dei rifiuti, ha raccolto alle ultime elezioni comunali di Roma un consenso plebiscitario. Zingaretti non avrebbe potuto in quel contesto esprimersi diversamente. Ma la posizione del PD – ricordiamolo: il partito di maggioranza dell’Amministrazione Regionale, Nazionale, e presente anche nella nostra maggioranza cittadina – è chiara ed inequivocabile. Ciò si rileva dalle intenzioni manifestate non alla stampa ma nelle sedi istituzionale competenti.
Ricordiamo, ad esempio, la posizione dell’assessore PD Civita nell’audizione del 24 settembre 2015 con la Commissione Ambiente Regionale, alla presenza di associazioni, comitati e coordinamenti cittadini, dove lo stesso rimarcava e confermava la volontà di proseguire con l’attuale ciclo dei rifiuti, avallando l’interesse di quelle società che avevano manifestato l’intenzione di rilevare gli impianti di Colleferro (ACEA, RIDA AMBIENTE…) dopo il fallimento nella gestione degli inceneritori da parte di Lazio Ambiente SpA.
Ed è su questi presupposti che abbiamo chiesto alla Conferenza, e oggi lo ribadiamo, la necessità di presentare ed approvare in Consiglio comunale di Colleferro una mozione attraverso la quale i consiglieri siano obbligati ad esprimere una propria, singola opinione sull’insediamento di ogni nuovo impianto inquinante nella nostra area e sulla dismissione degli impianti esistenti, inceneritori in testa. Vogliamo conoscere finalmente con chiarezza nomi e cognomi dei contrari e dei favorevoli agli impianti inquinanti nella nostra area. Per questo motivo chiedevamo che la mozione fosse approvata prima della Conferenza di servizi. Se la nostra Amministrazione si fosse presentata in Conferenza con una simile mozione votata all’unanimità o almeno dalla sua maggioranza, il gioco del rinnovo dell’AIA si sarebbe spostato dalla semplice formalità burocratico-amministrativa all’ambito politico ponendo allo scoperto tutte le contraddizioni e l’ambiguità del PD. In questo partito infatti è in voga una pratica simile al gioco delle scatole cinesi: nessuno esprime chiaramente la propria posizione e le responsabilità sono sempre in capo ad un livello superiore di cui diventa difficile individuare l’identità.
Nel frattempo però le decisioni vengono prese e imposte alle comunità ed ogni intervento successivo diventa tardivo e inascoltato. Seguono quindi i proclami e le esternazioni ad effetto a confondere e a rallentare la nascita di una giusta coscienza collettiva sulle questioni che impattano sulla salute, nella vaga illusione del cittadino comune di aver giustamente delegato chi ha il mandato per tutelare i suoi interessi.
Il sindaco Sanna non si presti a questi giochi e con la sua Giunta svolga l’azione amministrativa con trasparenza e secondo il chiaro mandato ottenuto, ponendo, specie in simili problematiche, i cittadini nella condizione di conoscere esattamente l’orientamento della sua maggioranza.
Eppure, per onestà intellettuale, non possiamo non riconoscere che un cambio di rotta ci sia stato, quantomeno nelle affermazioni, sia sulla questione degli inceneritori sia sulla recente questione della raccolta differenziata porta a porta che l’Amministrazione si appresterebbe, pare a breve, finalmente ad avviare. Quello che ci preoccupa è che tali iniziative, seppur lodevoli (anche se ancora solo nelle intenzioni), non andranno ad influire sulla questione del revamping degli inceneritori. Questo a causa dell’assenza di apposite politiche volte ad una gestione del rifiuto che affami gli stessi per via del riciclo e che dovrà necessariamente avere portata molto più ampia di quella cittadina.
Ci aspettiamo quindi da questa Amministrazione che si faccia portavoce delle istanze per la tutela e il risanamento dell’ambiente anche, ancora una volta e si spera stavolta concretamente, presso altre Amministrazioni comunali e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella progettazione del ciclo integrato dei rifiuti. Congiuntamente ad essi: si valuti la predisposizione di un piano da sottoporre all’attenzione della Regione Lazio nell’ambito del Tavolo regionale sui rifiuti; si predisponga un piano sui rifiuti che renda di fatto inutile l’incenerimento, superfluo l’ammodernamento degli impianti esistenti e inutile la costruzione di nuovi impianti anche se da qualcuno considerati a minore impatto ambientale; si metta definitivamente fine alla questione del ricatto occupazionale che viene sempre tirato in ballo quando si mettono in discussione gli attuali processi di smaltimento dei rifiuti e in malafede cavalcato dai vertici decisionali della politica e dell’industria. I lavoratori che oggi sono impiegati negli impianti possono essere ricollocati nella gestione della differenziazione e del riciclo.
Le alternative sono possibili, è necessaria la reale volontà, da dimostrare a partire dagli atti formali (ad es. approvazione della mozione) fino a renderle concrete e operative.
Ci aspettiamo infine che l’Assessore Calamita convochi al più presto un tavolo sull’argomento tenendo conto del contributo di TUTTI i soggetti che negli anni hanno affrontato, seguito e combattuto le scelte sui rifiuti adottate dalle precedenti amministrazioni ovvero senza scegliersi interlocutori privilegiati, alcuni oltretutto legati a doppio filo all’attuale Amministrazione di cui esprimono le cariche più rappresentative. Solo così si può aprire la strada ad un percorso di effettiva condivisione delle problematiche, di democrazia partecipata e di lotta compatta per arrivare alle migliori scelte a tutela del nostro territorio e della nostra salute.