Arzà: “Per affrontare il problema degli impatti sulla qualità dell’aria, i comuni italiani, e Frosinone ne è un esempio, si trovano spesso a mettere in atto misure di carattere locale, quando invece risulta sempre più urgente implementare una strategia nazionale di contrasto all’inquinamento atmosferico, riconoscendone le profonde cause. Sull’inquinamento atmosferico, in particolar modo pesano i contributi derivanti dall’utilizzo delle biomasse legnose nel settore del riscaldamento domestico e, per quanto riguarda il tema della mobilità, gli impatti legati all’età media del parco circolante”.
Torna a Frosinone la domenica ecologica, un’occasione per far vivere ai cittadini una giornata in centro senza le auto. Ma il blocco del traffico per i veicoli più inquinanti non è la misura che può risolvere il problema dell’inquinamento. Anche perché le emissioni prodotte dalle auto sono solo una componente delle polveri presenti nell’aria.
Lo studio “Report 2 Covid 19 e qualità dell’aria nel Bacino Padano” del progetto Lifeprepair, che vede in prima fila l’Emilia Romagna e coinvolge tutte le regioni del Bacino Padano, evidenzia infatti il contributo negativo determinante dell’utilizzo di biomasse legnose nel settore del riscaldamento domestico rispetto al tema della qualità dell’aria. Correlando le variazioni emissive registrate alle riduzioni attese, stimate sulla base degli impatti delle misure restrittive di lockdown, è emerso infatti che primi mesi del più duro lockdown “le emissioni di PM10 (primario) hanno avuto un decremento massimo settimanale dell’ordine del 20%, sensibilmente inferiore a quello previsto dai piani (-40%), con variazioni da settimana a settimana e andamenti diversificati nelle varie regioni. Il minore decremento delle emissioni di PM10 è attribuibile principalmente al riscaldamento degli ambienti; le differenze tra le regioni sono dovute principalmente al diverso consumo di biomassa legnosa”.
Lo studio evidenzia ancora una volta quindi che la combustione della biomassa legnosa nel settore del riscaldamento domestico rappresenta una fonte fortemente impattante in termini di emissioni di polveri sottili, confermando quanto già noto a livello scientifico attraverso studi sperimentali In questo contesto, infatti, uno studio svolto da Innovhub (ex Stazione sperimentale per i combustibili) e nel quale sono stati paragonati i livelli emissivi di diverse tipologie di combustibili impiegati per il riscaldamento domestico, ha dimostrato come anche le apparecchiature a biomassa legnosa più performanti (classificate con 4 o 5 stelle) emettano polveri sottili in concentrazioni di molto superiori rispetto a quelle degli impianti alimentati a gas (GPL e metano).
Peraltro, dalla combustione delle biomasse nel settore del riscaldamento domestico derivano anche emissioni di sostanze cancerogene, come ad es il benzo(a)pirene.
Nonostante i dati incontrovertibili sopra riportati, a livello nazionale sono da tempo previsti diversi strumenti di incentivazione (vd. Conto termico e Detrazioni fiscali) per l’acquisto degli impianti a biomassa.
Andrea Arzà, presidente Assogasliquidi-Federchimica, commenta: “Il tema dell’inquinamento atmosferico derivante dall’impiego di piccoli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa assume ancor più rilievo proprio nelle zone come quelle del comune di Frosinone e di tutta la Valle del Sacco che sono soggette a condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli che determinano l’accumulo degli inquinanti atmosferici.
Iniziative locali legate alla limitazione del traffico e le domeniche ecologiche sono iniziative che da sole non risolvono il problema e, che vanno supportate da misure complementari di carattere organico, che affrontino il tema con un approccio multisettoriale. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, il rinnovo ecologico della flotta circolante tramite la conversione a gas (GPL e metano) dei veicoli esistenti consentirebbe infatti di traguardare in tempi brevi consistenti riduzioni delle emissioni di polveri sottili garantendo al contempo il diritto alla mobilità dei cittadini.
Oltre a promuovere una mobilità alternativa e sostenibile, quale quella a gas, occorre cambiare strategia a livello nazionale sul settore del riscaldamento domestico, che incide in maniera preponderante sul tema della qualità dell’aria a causa delle emissioni legate all’utilizzo della biomassa legnosa, eliminando incentivi ancora previsti e ponendo forti limiti e divieti d’uso di apparecchi alimentati a legna e pellet soprattutto in tutte le aree del nostro territorio già afflitte da tempo dal problema dell’inquinamento atmosferico”.