Chirurgo distratto dimentica forbici nella pancia del malato, paziente muore. L’operazione allo stomaco di un uomo è stata considerata un successo, ma dopo che ha iniziato a lamentarsi del dolore, una radiografia ha rivelato una scoperta scioccante
Quattro giorni vissuti con un paio di forbici nello stomaco. Una settimana d’inferno, il dolore continuo, lancinante. Fino a non poterne più e a decidere di sottoporsi a una radiografia, per fare una scoperta di quelle che lasciano senza parole: le forbici lunghe dodici centimetri sono state cucite sotto la cute dopo l’ intervento chirurgico allo stomaco. Un paziente è morto dopo che i chirurghi pasticcioni gli hanno lasciato un paio di forbici nello stomaco durante un’operazione.
Ivan Chavez, 59 anni, si era recato all’ospedale universitario di Maracaibo, nella seconda città più grande del Venezuela, per un intervento chirurgico per diverticoli infiammati. L’operazione è stata accolta con successo, ma subito dopo il paziente ha iniziato a provare dolore addominale e difficoltà a mangiare e ad usare il bagno. I medici gli hanno prescritto diversi trattamenti. Tuttavia, il disagio non è diminuito e quattro giorni dopo l’operazione, il personale medico ha deciso di eseguire una radiografia. Fu allora che scoprirono che i chirurghi avevano fallito l’operazione e, incredibilmente, gli avevano lasciato un paio di forbici nello stomaco. Il paziente è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza per estrarre le forbici, che, ancora una volta, è stato ritenuto di successo.
Eppure, in una tragica svolta degli eventi, morì cinque giorni dopo, con la sua famiglia che avrebbe incolpato i chirurghi negligenti. L’ episodio di malasanità viene denunciato e la Procura apre un’ inchiesta e ordina il sequestro della cartella clinica e dello strumento rimosso solo dopo una seconda. Si dice, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che il sistema sanitario venezuelano sia paralizzato dalla grave e lunga crisi economica del paese. Negli ultimi anni, condizioni disastrose hanno costretto molte migliaia di medici e infermieri a emigrare all’estero.