Prendendo in prestito il titolo di un vecchio film, basato su un racconto breve di Philip K. Dick, il critico Simon Reynolds nel suo saggio best seller, Retromania evidenzia uno degli aspetti più rilevanti degli anni dieci del nuovo millennio.
A cosa serve effettivamente YouTube secondo Simon Reynolds
Attraverso una attenta analisi infatti Reynolds ci indica come YouTube sia divenuta una delle piattaforme del web 2.0 più importanti e di riferimento multimediale, legata ai contenuti audiovisivi. Un “indiscriminato caotico recupero culturale amatoriale”, citando la definizione che fa capolino nella prima parte del volume Retromania, quella dedicata al presente. Il voluminoso testo è stato sapientemente suddiviso in tre parti, con la prima appunto dedicata al tempo odierno e attuale, mentre la seconda e la terza parte si concentrano invece sul passato e sul futuro. A proposito di YouTube, piattaforma che si appresta a compiere i suoi primi 18 anni il prossimo febbraio 2023, Reynolds parla di una proliferazione labirintica della memoria collettiva, la quale non è altro che una diretta conseguenza della crisi di iper-documentazione innescata dalla tecnologia digitale. Concetto molto caro a tutti i cosiddetti boomer, a cui l’autore strizza l’occhio, considerandosi non a caso, parte di questa “generazione” di anziani o presunti tali, con una innata vocazione per tutto quello che riguarda la cultura pop, audiovisivi in testa.
I dati culturali non materiali: benefici di utilizzo
Quando i dati culturali vengono smaterializzati, la nostra capacità di immagazzinarli, selezionarli e utilizzarli aumenta e migliora a dismisura. La compressione dei testi, immagini e audio elimina il problema dello spazio e dei costi, permettendoci di custodire tutto ciò che ci sembra interessante o divertente.
I progressi della tecnologia user-friendly come lo scanner, il video registratore digitale, i telefoni evoluti con fotocamera, rendono di fatto facile ed economico condividere ogni tipo di materiale: foto, canzoni e mixtape, spezzoni di programmi e trasmissioni tv, vecchie riviste, illustrazioni e copertine di libri, grafiche d’annata e altro ancora. Ora, tutto questo poteva avere una sua funzione e un tempo limitato, in passato, ma oggi una volta finito in rete, quasi tutto questo materiale ci rimane per sempre, server permettendo in maniera indelebile.
Il mutamento profondo a cui ci sottopone uno strumento come Youtube
Si tratta di un mutamento profondo del quale YouTube è al contempo forza motrice e simbolo: l’espansione astronomica di risorse mnemoniche dell’umanità, per le nuove generazioni che verranno. Come individui e come civiltà abbiamo a disposizione una quantità maggiore di spazio da riempire di cimeli, documenti, registrazioni della nostra esistenza. Si va verso una memoria totale, come recita appunto il film Atto di forza di Paul Verhoeven, il cui titolo originale è appunto Total Recall. Naturalmente non ci siamo lasciati sfuggire l’opportunità di riempire questo spazio, nel momento in cui la sua capacità continua ad aumentare. Certo YouTube ha una storia più lunga e ricca, ma pensiamo anche alle piattaforme di streaming video come Prime Video, Disney Plus, Infinity e Netflix. Un tempo per giocare con una console, per esempio era necessario disporre di un cd di tipo fisico, mentre oggi sono sempre più presenti le piattaforme di cloud come Apple Arcade, che dispongono di una notevole libreria a cui accedere, pagando un abbonamento mensile. Di recente anche Netflix ha dichiarato di voler investire e puntare su una piattaforma ibrida con titoli di film, serie tv e giochi. Settore dei giochi che oggi, nel 2022 è diventato sempre più stratificato, vista la mole di siti dedicati ai casino digitali, alle piattaforme di gaming e alle attrattive di eSport presenti in rete.
Considerazioni finali
Nulla lascia intendere che la nostra facoltà di processare o fare buon uso di tutta questa memoria sia cresciuta di pari passo. Si è parlato non a caso di epidemia dei ricordi, dove il nostro obiettivo sembra essere quello di una memoria perfetta. Una maniacale tendenza da archivista folle, in effetti. Eppure l’aspetto più significativo riguarda l’accesso istantaneo dei database culturali presenti sul web. Nell’epoca pre-internet esistevano già più informazioni di quante un individuo ne potesse assimilare, ma gran parte di questi dati e di materiali culturali erano fuori dalla portata di tutti, chiusi in biblioteche, musei e gallerie. Oggi invece grazie ai motori di ricerca sono stati neutralizzati i ritardi accumulati scartabellando tra gli scaffali infiniti di una grande e fornita biblioteca. YouTube con la sua mole di materiale caricato ogni mese, potrebbe essere uno strumento ideale, per chi ha le idee chiare su cosa vuole, dove e quando. Naturalmente restando confinati tra le mura invisibili del cyberspazio del web.