Le recenti dichiarazioni sul compound industriale da localizzare a Colleferro richiamano l’attenzione e creano una forte tensione sociale.
La nota del comitato Residenti
La politica di casa nostra è in affanno nello sforzo di far credere che qualcosa farà, ma in realtà tutto è stato concertato e concordato nelle stanze dei bottoni.
L’impianto tratterà gli scarti prodotti dai Tmb (trattamento meccanico biologico) laziali, che la Regione intende localizzare a Colleferro. Non dobbiamo credere che vi sia “confusione” sul tipo di tecnologia e di impianto che vogliono realizzare, trattasi semplicemente di un espediente per confondere le acque (Fos, rifiuti indifferenziati, biodigestore).
Sono 4 anni che contrastiamo il compound industriale, l’ultimo figlio partorito dalla Giunta Zingaretti, nato dopo una lunga e indisturbata gestazione.
Il progetto è della società pubblica regionale Lazio Ambiente spa che, invece, ha avuto una vita travagliata ed è in procinto di essere liquidata.
L’impianto è finanziato da privati e sarà gestito da privati per 15 anni, il lasso di tempo necessario per rientrare dall’investimento e realizzare ingenti profitti, dopodichè diventerà di proprietà pubblica.
Al Comune di Colleferro, nonostante la concretezza del progetto, questi 4 anni sono trascorsi in un clima sereno, temporeggiando, senza strappi, ma in sostanziale intesa con la Regione e la società per mettere in sicurezza il bando di gara per la riconversione degli inceneritori in un compound industriale.
L’intesa Regione-Comune è un patto di ferro che prevede il sostanziale favore dell’Amministrazione colleferrina che, di origine ambientalista, si fa garante del controllo del consenso sociale, scoraggiare critiche o oscurare qualsiasi forma di opposizione al loro disegno.
Tutto ciò, a nostro avviso, è dimostrato da alcuni passaggi fondamentali, nei quali l’Amministrazione comunale si è espressa fuori tempo massimo, in modo timido, incerto e insicuro, ma rimanendo dentro quell’accordo.
Per non far preoccupare troppo gli investitori e i cittadini, il Comune ha lasciato cadere nel vuoto il peso degli atti amministrativi adottati dalla Regione nel 2018 e le dichiarazioni del Presidente di Lazio Ambiente spa, Fortini, che hanno previsto di sostituire gli inceneritori con un nuovo impianto di rifiuti.
Nessuna vera posizione di forte opposizione in tempo utile, da nessuna parte, nemmeno dopo lo studio di fattibilità di Lazio Ambiente spa nel 2019, che prevede compound e biodigestore, o dopo la proposta di Piano rifiuti regionale, che accoglie il progetto della società, oppure dopo la valutazione ambientale strategica (VAS) nel 2019, o ancora del piano rifiuti regionale, che viene approvato nel 2020 e che conferma l’impianto.
Il Comune si trincera dietro pretestuosi e infondati argomenti, che sono spazzati via dalle recenti dichiarazioni degli Assessori regionali Valeriani e Lombardi, che allora come ora sono senza una adeguata e tempestiva risposta politica da Colleferro.
Solo ora il Sindaco annuncia di convocare la Giunta comunale!
Del resto il piano rifiuti regionale, pensano a Colleferro, è carta straccia e il progetto una chimera.
Il Sindaco Sanna aveva dichiarato che non avrebbe ceduto il terreno comunale alla società quando sa benissimo che Lazio Ambiente ha sue proprietà. E così è.
Addirittura si arriva a sostenere che prima della realizzazione dovevano essere ascoltati i territori (ma quando mai?!) e che l’assessore Valeriani è un millantatore. Tutto questo minimalismo e negazionismo al solo scopo di permettere a Regione e società di traghettare con tranquillità il bando di gara. E protestare oggi, a cose fatte, ha il sapore della beffa ed è un ulteriore oltraggio alla cittadinanza.
A questo impianto serve una discarica di servizio e colle Fagiolara non è chiusa, ma ha una volumetria disponibile di circa 300 mila mc.
Abbiamo perso 4 anni in piazza e nelle sedi deputate a rappresentare le esigenze di questo territorio per cercare di far capire il “raggiro” messo in piedi a danno della valle del Sacco e dei suoi abitanti, che finora non si sono risparmiati nel difendere generosamente la propria salute sanitaria e ambientale.
Sia chiaro che la nostra opposizione e rivendicazione non riguarda solo la localizzazione a Colleferro del compound (stessa sorte a Frosinone, Anagni, Albano, Civitavecchia, ecc.) ma è indirizzata alle nostre Istituzioni e Amministrazioni locali che ci privano di ogni partecipazione ai processi decisionali della valle del Sacco.
Ina Camilli