A conclusione di una delicata attività d’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Roma e scaturita a seguito del ferimento di un cittadino georgiano avvenuto lo scorso mese di giugno tra piazza Venezia e piazza San Marco, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma nei confronti di un cittadino algerino di 29 anni, con precedenti, nella Capitale senza fissa dimora, poiché gravemente indiziato del reato di lesioni permanenti al viso.
La vicenda e le indagini
I fatti per cui l’uomo è indagato risalgono alla notte tra l’11 e il 12 giugno scorsi, quando una pattuglia di Carabinieri in transito in piazza Venezia fu richiamata da alcune persone che si trovavano nei pressi del capolinea ATAC di piazza San Marco per prestare soccorso ad un cittadino georgiano di 32 anni, da tempo domiciliato a Roma, trovato a terra in forte stato di shock e con una profonda ferita da taglio al viso. Dopo aver fatto trasportare d’urgenza l’uomo in ospedale, i Carabinieri iniziarono ad ascoltare le persone presenti per cercare di ricostruire l’accaduto. Emerse che il 32enne aveva avuto una discussione con due ragazzi – descritti come nordafricani – per futili motivi legati al mancato rispetto dell’ordine di arrivo per prendere un taxi e uno di questi, all’improvviso, con un coltello lo colpì al volto, per poi fuggire a piedi.
Le ricerche scattate nella zona nell’immediatezza non diedero buoni frutti ma i Carabinieri, analizzato a fondo tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona e lungo le vie limitrofe, sono comunque riusciti a risalire all’identità del presunto feritore, intuizione confermata anche dai numerosi testimoni dell’evento che lo hanno riconosciuto grazie ad una ricognizione fotografica, raccogliendo così a suo carico gravi indizi di colpevolezza.
La notifica dell’ordinanza di custodia cautelare è avvenuta a carico dell’indagato nel carcere di Civitavecchia, dove nel frattempo è stato associato per altri reati.
La vittima, nonostante le numerose medicazioni e cure a cui si è sottoposto nel tempo, ha riportato una deformazione permanente al volto.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato deve considerarsi innocente sino ad eventuale condanna definitiva.