Il 24 febbraio scorso, al termine di una rapida e attenta attività d’indagine, la Polizia di Stato ha arrestato un 28enne, romano, ritenuto gravemente indiziato del reato di estorsione nei confronti di un 47enne, originario di Mazara Del Vallo, che coraggiosamente ha denunciato quanto gli stava accadendo.
La denuncia e l’intervento della Polizia di Stato
Presentatosi negli uffici di polizia del Commissariato Colombo, l’uomo ha raccontato di aver contratto, da circa tre anni, dei debiti per questioni di droga che non era riuscito a estinguere per mancanza di denaro, e di aver iniziato a ricevere, dai primi di febbraio, sul proprio telefono cellulare, messaggi dal contenuto minaccioso che gli intimavano di pagare la somma dovuta, tramutatasi da 1.800 euro iniziali a un totale di 10.000 euro.
Come riferito dalla persona offesa, l’estinzione di questo debito doveva avvenire in due giornate diverse: il primo pagamento, di 2000 euro, era stato fissato per la giornata del 24 febbraio, il restante, di 8000 euro, sarebbe dovuto avvenire il 27 febbraio. La vittima ha quindi ricevuto ulteriori messaggi minatori con i quali le veniva intimato di recarsi, nel pomeriggio del 24 febbraio, all’interno di un bar sito nel quartiere Garbatella per la consegna del denaro.
I poliziotti, quindi, d’accordo con la vittima, si sono recati nel luogo ove era stato fissato l’ appuntamento con l’estorsore e hanno predisposto un servizio di osservazione e controllo ponendosi a debita distanza. Constatata la dazione di denaro, l’uomo è stato immediatamente bloccato.
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Effettuata la perquisizione personale, gli agenti hanno rinvenuto all’interno della tasca del pantalone del 28enne la somma di denaro consegnatagli poco prima dalla vittima. Dopo la convalida dell’arresto per estorsione richiesta dalla Procura della Repubblica di Roma, il G.I.P. ha disposto per l’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.