Cronaca

Frosinone, nei guai diverse persone: ecco perché

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
Frosinone, nei guai diverse persone: ecco perché

Continua incessante l’attività della Polizia di Stato nella provincia di Frosinone con una attenta ed incisiva attività di prevenzione e contrasto a comportamenti illeciti, nel solco delle direttive impartite dal Questore Domenico Condello.

Frosinone, gli interventi sulla Polizia di Stato: controlli e diversi arresti

In particolare, nel capoluogo, personale del Reparto Volanti della Questura ha tratto in arresto, in esecuzione del provvedimento di revoca della  misura cautelare dell’affidamento in prova ai servizi sociali applicatagli dal Tribunale di Sorveglianza di Frosinone, un 44enne, associandolo presso l’istituto di pena di Frosinone.

Gli stessi poliziotti hanno poi eseguito una perquisizione domiciliare, delegata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, a carico di un 31enne, anch’egli già sottoposto a misura cautelare dell’obbligo di dimora nelle ore notturne, poiché indiziato di svariati furti consumati recentemente in città.

Nel corso dell’attività, è stato rinvenuto materiale Hi­ Tech di provenienza illecita:

  • 11 smart-phone  di ultima generazione,
  • 2 tablet ed una borsa in pelle porta Pc.

Inoltre, all’interno dell’abitazione del 31enne, erano presenti anche due soggetti, una di donna di anni 37 anni e un uomo di anni 34, entrambi, come accertato nell’immediatezza, gravati della misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio emesso dal Questore di Frosinone, con divieto di ritorno nel capoluogo per 3 anni.

Successivamente, sempre gli agenti del Reparto Volanti hanno colto in flagranza del reato di furto un 30enne, già colpito da Foglio di Via Obbligatorio emesso dal  Questore. Per l’uomo è scattato l’arresto.


Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.