Erano le prime ore della notte del 24 settembre quando un cittadino, mentre faceva rientro a casa in via Natale Palli, è stato avvicinato da un uomo, il quale puntandogli un lungo coltello alla gola gli intimava di consegnargli soldi e telefono.
La vittima in un primo momento stringeva a se i suoi averi per poi essere scaraventato a terra e colpito con diverse coltellate su più parti del corpo. L’inaudita violenza potrebbe aver attirato l’attenzione di qualche residente convincendo il rapinatore a fuggire su via Casilina lasciando a terra esanime la vittima.
La vittima, a seguito delle ferite subite si è recata presso l’ospedale figlie di San Camillo ove le venivano riportate diverse fratture e ferite compatibili con l’utilizzo di un’arma da taglio ricevendo 30 giorni di prognosi.
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Tale circostanza, il modus operandi e l’esperienza maturata dagli agenti delle volanti dell’UPGSP, potevano far ipotizzare ai poliziotti che il rapinatore potesse essere un abituale frequentatore di via di Torpignattara e durante la notte trovare rifugio in uno dei numerosi giacigli di fortuna presenti nelle varie aree verdi di zona.
La collaborazione della vittima con gli agenti è stata preziosa, riuscendo a rintracciare l’uomo, un cittadino pakistano, non nuovo ad episodi del genere, all’interno di un bar proprio di via di Torpignattara. Presso il commissariato del quartiere, al termine degli accertamenti di rito, il rapinatore veniva tratto in arresto in stato di fermo ed associato presso la casa circondariale di regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.