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Rai, giornaliste e giornalisti del TGR in sciopero contro l’ingerenza politica sulle nomine nella testata

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Rai, giornaliste e giornalisti del TGR in sciopero per tre giorni

Di seguito, riportiamo il comunicato dell’Esecutivo Usigrai. 

Il comunicato dell’Esecutivo Usigrai

Da oggi, e per tre giorni, le giornaliste e i giornalisti della Testata Giornalistica Regionale ritireranno la loro firma dai servizi come prima forma di protesta nei confronti della direzione e dell’azienda per l’inopportunità di alcune recenti nomine.

Per tre giorni le giornaliste e i giornalisti della Testata Giornalistica Regionale ritireranno la loro firma dai servizi come prima forma di protesta nei confronti della direzione e dell’azienda per l’inopportunità di alcune recenti nomine. In particolare la recente promozione a caporedattore di un giornalista che, fino a 45 giorni prima, ricopriva l’incarico di capo ufficio stampa della Regione Sardegna. Un fatto senza precedenti. Una scelta che mette a rischio credibilità, autorevolezza e indipendenza dell’informazione della Rai. A pochi mesi dalle elezioni regionali.

E’ interessante che la Rai faccia sapere che questa nomina è stata approvata dalla struttura aziendale competente in materia di anticorruzione che “non ha ravvisato un conflitto di interessi in assenza di sovrapposizione di incarichi”. Una risposta pilatesca e miope perché fa finta di non vedere la realtà. Il caporedattore precedente che viene trasferito in un’altra redazione, il posto che si libera, le dimissioni dal ruolo di capo ufficio stampa della Regione, la nomina a caporedattore. Il tutto nel giro di poche settimane.

Dall’assemblea dei cdr della Tgr arriva una risposta forte alle ingerenze dei partiti e della politica nel servizio pubblico: le giornaliste e i giornalisti della Tgr rivendicano e difendono la loro autonomia e indipendenza.

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Sullo sciopero delle firme del TGR si sono espressi anche i membri di Pluralismo e Libertà dell’Usigrai.

“La componente Pluralismo e Libertà dell’Usigrai esprime profondo sconcerto per il messaggio audio video realizzato dalla maggioranza Usigrai mandato in onda alla fine delle edizioni regionali nei tre giorni di sciopero delle firme”.  E’ quanto affermano i membri della componente sindacale di Pluralismo e Libertà (presente in Usigrai).

“Un messaggio che non solo è un vero e proprio linciaggio contro un singolo collega, ma che mette in discussione la procedura del job posting che è stata voluta dalla stessa Usigrai e che è stata seguita nella nomina del caporedattore della Sardegna”, spiegano, “Uno sciopero delle firme a cui tutte le redazioni regionali sono state chiamate, ma che nella stessa Sardegna è un flop per le scarse adesioni. La maggioranza Usigrai quindi, oltre che ad attaccare un collega, sconfessa se stessa e le regole che ha voluto per il job posting. In fatto di “porte girevoli” o di carriere nelle quali si intrecciano politica e incarichi aziendali, o politica e incarichi sindacali, la sinistra e l’Usigrai non sono secondi a nessuno. Strano che in passato la maggioranza Usigrai non abbia sentito l’esigenza di indire uno sciopero e realizzare un simile spot contro Piero Marrazzo che, dopo essere stato presidente della Regione Lazio per il centrosinistra, è tornato in Rai ed è stato nominato corrispondente da Gerusalemme, senza nemmeno un job posting.

Non si ha memoria di simili iniziative neanche quando il collega Roberto Natale, già ai vertici del sindacato, ha prestato servizio come portavoce della presidente della Camera Laura Boldrini, per poi rientrare in Rai ed essere nominato vicedirettore e direttore. La maggioranza Usigrai non ha sentito l’esigenza di indire uno sciopero delle firme quando il collega Gianmarco Trevisi, dopo l’esperienza di portavoce dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, è rientrato in Rai ed è stato nominato vicedirettore al Gr. Non abbiamo visto la maggioranza Usigrai tuonare contro la collega Donatella Bianchi, caporedattore e candidata per i 5 stelle alla presidenza del Lazio, che ha fatto la campagna elettorale e, perse le elezioni, è tornata in Rai, riprendendo subito la conduzione di un programma molto ambito da tanti colleghi.

Né abbiamo visto la maggioranza Usigrai indire scioperi quando i colleghi dopo l’esperienza di parlamentari o europarlamentari sono tornati a lavorare per la Rai: Giuseppe Giulietti, Piero Badaloni, Michele Santoro. E l’elenco potrebbe continuare. Nessuno mette in discussione la professionalità dei colleghi che hanno prestato servizio nelle istituzioni e poi sono rientrati a lavorare in Rai. La logica della maggioranza Usigrai, invece, colpendo un collega solo perché non allineato, mette in discussione anche la professionalità di chi in passato ha lavorato per la nostra azienda e ha prestato servizio in politica o nelle istituzioni, per poi tornare a lavorare in Rai una volta terminato il mandato. Attaccare un collega  non vuol dire fare sindacato né tutelare i diritti degli altri colleghi”.


Foto di repertorio