Si è conclusa la fase di dibattito pubblico sulla proposta di realizzazione di Stadio dell’AS Roma a Pietralata e nei prossimi mesi si conoscerà presumibilmente un progetto definitivo sul quale verrà aperto il percorso di Valutazione di Impatto Ambientale.
Legambiente, dopo aver seguito gli incontri, ha presentato il proprio documento sul portale del Dibattito Pubblico facendo rilevare – quelle che a suo dire – numerosissime incongruenze del progetto, molte delle quali emergono chiare con le osservazioni di fine 2022 del Dipartimento Mobilità del Comune di Roma come: il calcolo errato sulla portata di ogni convoglio di Metro B dove invece di 1.200 come citato possono salire un massimo di 1.000 viaggiatori; studi trasportistici carenti o sottodimensionati; contraddizioni tra opere per lo stadio e normale fruibilità; l’inserimento di parcheggi di scambio (Rebibbia, S.Maria Maggiore, Ponte Mammolo) come se fossero a totale disponibilità dei fruitori dello stadio; incoerenza con altri progetti programmati nell’area.
L’associazione del cigno verde mette in luce poi anche decine di incongruenze tra le quali:
- Contraddizione tra l’idea di deflusso su treni regionali e la quasi totale assenza di convogli in orario serale
- In assenza di chiusura dell’Anello Ferroviario, tra 8 FL (Ferrovie Laziali) le sole passanti su Stazione Tiburtina sarebbero FL1, FL2 e FL3
- Il potenziamento del TPL intorno a Pietralata, è previsto a prescindere dal progetto stadio e finalizzato a migliorare l’attuale servizio scadente e non per affrontare gli enormi flussi previsti;
- Totale assenza di stalli sicuri per bici nonostante più volte si citino le 2 ruote come uno dei mezzi possibili per arrivare alle partite;
- Mancanza di una idea progettuale per garantire, attraverso corsie completamente dedicate, l’entrata e l’uscita di operatori, mezzi di emergenza e fruitori dell’Ospedale Pertini anche nei momenti di picco del traffico generato dallo stadio.
- Consumo di suolo oltre che da edilizia, dagli impatti delle superfici di campi sportivi, anche quelli riguardanti altri impianti pensati al di fuori dello stadio a causa dei quali si impermeabilizzerebbe una superficie oggi del tutto permeabile
“Le carenze del progetto preliminare per lo stadio a Pietralata, tra mancanze ed errori emersi già da un anno, con le osservazioni del Comune stesso e poi dai cittadini che hanno participato al dibattito pubblico appena terminato – commentano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Amedeo Trolese responsabile mobilità dell’associazione -, riguardano nodi cruciali soprattutto sul tema dei trasporti che permetterebbero o meno di rendere possibile un’idea simile. Oggi l’Olimpico viene raggiunto quasi esclusivamente da mobilità privata, con giornate intere durante le quali sono di fatto sospese le regole della strada e del buon senso e disastrose condizioni ambientali e di vivibilità; traslare quel disastro a Pietralata, senza prevedere un potentissimo potenziamento del TPL, compensazioni ambientali importantissime e garanzie totali per la vivibilità, significherebbe un’ecatombe e la paralisi per l’intero quadrante cittadino. Lo Stadio sarebbe di pubblica utilità solo se la realizzazione del progetto fosse vincolata a un miglioramento della qualità della vita per le persone, lo sarebbe solo se significasse una metro ogni due minuti per tutti e non solo per chi va allo stadio, la chiusura dell’anello ferroviario, miglioramento del servizio sui treni regionali, un nuovo tram lungo la Tiburtina, nuove ciclovie, nuovi boschi urbani, nuove aree pubbliche e fruibili; insieme a investimenti per lo sport di base, rigenerazione delle strutture abbandonate dalla Vela di Tor Vergata al Flaminio passando per il disastro della città del Rugby”.
FOTO DI REPERTORIO