Minacce e tentata estorsione nei confronti di padre e figlio, disposti gli arresti domiciliari a carico di un 44enne residente a Sabaudia.
La Polizia di Stato di Terracina, nella mattinata del 7 novembre 2023, ha dato esecuzione all’Ordinanza che dispone la Misura Cautelare degli Arresti Domiciliari, emessa dal Tribunale di Latina, a firma del G.I.P., su richiesta del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Latina, a carico di un 44enne residente in Sabaudia indagato per i reati di tentata estorsione continuata, aggravata dalla recidiva, perpetrata nei confronti di un giovane 21enne e del padre 47enne di questi, entrambi di San Felice Circeo nonché del reato di lesioni personali aggravate nei confronti di quest’ultimo.
Alla base della richiesta estorsiva di denaro, come ricostruito dalle indagini, vi era un credito per l’acquisto di droga che l’arrestato vantava nei confronti del 47enne, il cui pagamento, stante il mancato assolvimento nei termini richiesti e perentori da parte del debitore, veniva richiesto attraverso gravi e reiterate minacce anche al figlio del debitore, del tutto ignaro della vicenda del padre.
Ripetute ed incessanti le minacce di morte dell’indagato che si sono propagate ad un intero nucleo familiare, terrorizzato dalle continue richieste estorsive, non risparmiando nemmeno gli anziani genitori del 47enne presso cui lo stesso si era rifugiato dopo avere subito un’aggressione che gli aveva provocato un trauma contusivo facciale.
La vittima nella circostanza era stata rintracciata in un luogo pubblico dall’indagato il quale, in compagnia del proprio cane di grossa taglia, gli aveva sferrato dei colpi sul viso provocandogli lesioni personali.
La stessa vittima, si era quindi trasferita dai genitori ma anche presso quest’abitazione l’indagato aveva fatto pervenire le proprie minacce annunciando che avrebbe terminato la sua rappresaglia e che in questo caso avrebbe incendiato l’interno edificio con all’interno gli anziani congiunti.
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L’articolata attività investigativa era stata avviata grazie ad una segnalazione del giovane 21enne preoccupato dai continui messaggi minatori che gli pervenivano sul proprio telefono cellulare e che gli intimavano di assolvere al debito del padre se voleva evitargli il peggio.
Inoltre, in alcuni messaggi l’indagato minacciava il ragazzo che se non avesse pagato quanto dovuto dal padre, gli sarebbe stata sottratta la propria motocicletta.
Mentre veniva predisposto un servizio di polizia a tutela delle vittime venivano raccolte le prime denunce e su delega e coordinamento del P.M. titolare dal fascicolo veniva predisposta ed operata una perquisizione personale a carico dell’indagato nel corso della quale, all’interno del telefono cellulare, veniva rinvenuto materiale di assoluto rilievo investigativo che compendiato negli atti d’indagine consentiva l’emissione della Misura cautelare.
In proposito, veniva rilevata l’allarmante attività intimidatoria posta in essere dall’indagato con un’escalation preoccupante di violenza sempre maggiormente crescente e sfociata in una vera e propria aggressione fisica, dimostrando la completa assenza di alcun freno inibitore.
L’arrestato dopo le formalità di rito è stato ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
Foto di repertorio
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