L’insediamento di mega impianti fotovoltaici non può avvenire a danno delle attività agricole e della bonifica dell’area SIN.
Negli ultimi anni si stanno moltiplicando in tutto il paese i progetti per installare mega impianti fotovoltaici su terreni agricoli a medio-basso reddito, non si fanno ovviamente nelle aree pregiate, tipo le aree del Chianti, del Prosecco. Tutto questo avviene senza una pianificazione strategica che, partendo dalla produzione dei pannelli e delle infrastrutture, definisca i criteri di collocazione degli impianti, salvaguardando gli equilibri territoriali, ambientali ed agricoli.
In questa situazione, sia pure in assenza di una strategia nazionale, noi chiediamo che si arrivi a definire una corretta politica di insediamento degli impianti fotovoltaici con il contributo delle istituzioni, delle associazioni economiche e professionali – in primo luogo quelle agricole- garantendo la partecipazione dei cittadini attraverso una informazione corretta, comprensibile e completa. Nel frattempo siamo impegnati a contrastare l’assalto ai terreni agricoli, in particolare nell’area SIN ‘Bacino del fiume Sacco’, finalizzato ad insediare mega impianti fotovoltaici con pura logica speculativa.
Leggi anche: Avvio monitoraggio acque del Fiume Sacco per uso domestico, irriguo e potabile
Nel contesto di questa mancanza di strategia è partita l’aggressione ai terreni agricoli in area SIN, nel nostro caso nel SIN ‘Bacino del fiume Sacco’. Una iniziativa legislativa si è fatta carico di favorire questo tipo di interventi con un emendamento al decreto Governance e Semplificazioni del 2021, proposto dal deputato Mauro D’Attis che in una intervista dichiara:
“La norma gioca su due fronti: uno che guarda alla transizione ecologica e l’altro al riutilizzo di aree ex agricole. Per quanto concerne il primo punto, favorire la realizzazione di impianti fotovoltaici concorre, chiaramente, a proseguire nel processo di transizione ecologica a cui il ministro Cingolani sta lavorando molto bene”.
(…) Per quanto riguarda, invece, il secondo punto, bisogna sottolineare che nel territorio italiano persistono delle aree che, ad oggi, non hanno una destinazione né un potenziale di utilizzo: ad esempio, le aree ex agricole su cui vige il divieto di coltivazione. Si tratta di superfici assolutamente improduttive, oltre che pericolose.” (https://www.affaritaliani.it/green/aree-sin-fotovoltaico-ok-al-mio-emendamento-al-dl-semplificazioni-750835.html )
È del tutto evidente che questo tipo di politica va contro il progetto di caratterizzazione e bonifica dell’area SIN, dei terreni agricoli in particolare, contribuendo alla devastazione ambientale poiché la bonifica e la ripresa delle attività agro-pastorali contribuiscono alla difesa dell’ambiente; non solo, molte aree in area SIN già oggi sono soggette a controllo periodico del prodotto coltivato, senza essere interdette.
Peraltro nella Valle del Sacco, come in altri territori, va ribadito, l’obiettivo di queste norme è quello di insediare impianti fotovoltaici a terra in aree agricole a basso reddito; in molti casi i contratti proposti -senza acquistare il terreno- nascondono poi i costi di smaltimento degli impianti a fine vita.
Come già avvenuto in altri settori, la mancanza di una strategia di lungo periodo favorisce le logiche speculative, potendosi avvalere di finanziamenti senza che sia esercitato un reale controllo.
La posta in gioco nella Valle del Sacco non riguarda solo i terreni su cui si vogliono insediare gli impianti, ma anche gli equilibri ambientali di un territorio che negli scorsi decenni è stato fortemente contaminato ed è caratterizzato da una urbanizzazione diffusa che ha impoverito fortemente la biodiversità, l’integrità e la complessità degli ecosistemi. Le piccole e medie attività agricole, nel loro insieme, danno un contributo fondamentale per garantire il controllo del territorio -a partire da una corretta gestione del ciclo dei rifiuti e dei reflui urbani e industriali- e gli equilibri ambientali. La difesa del nostro territorio si iscrive nel contesto nazionale caratterizzato da un crescente consumo di suolo ed impoverimento della sua fertilità, come descritto nel rapporto 2023 “La Salute del suolo italiano ai tempi della crisi climatica” della Re Soil Foundation. (https://resoilfoundation.org/eventi/presentazione-del-rapporto-salute-del-suolo/ ).
Comunicato Stampa Congiunto – Firmato da:
Associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco (retuvasa)
Comitato L’Avamposto della Valle del Sacco
Università Popolare di Veroli
Associazione Anagni Viva
Circolo Legambiente Anagni
CIA Agricoltori Italiani Frosinone
Agriturist Frosinone
Associazione Il Gallo Larino
Foto di repertorio