Nel contesto di un’ampia attività di controllo straordinario volto alla prevenzione, alla repressione dell’illegalità e del degrado urbano nei quartieri Don Bosco, Cinecittà e Appio Latino, i Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina hanno identificato 47 persone, sei delle quali denunciate a piede libero, ed eseguito verifiche su 29 veicoli, di questi due sono stati sanzionati al codice della strada.
Roma, focus dei Carabinieri nei quartieri Don Bosco, Cinecittà e Appio Latino: denunciate sei persone. Ecco cosa emerge dai controlli
I Carabinieri della Stazione di Roma Cinecittà hanno denunciato due donne italiane, di 22 e 19 anni, sorprese subito dopo aver asportato alcuni prodotti di cosmetica da un’attività commerciale, mentre in via Giuseppe Chiovenda, tre uomini, tutti noti alle forze dell’ordine, tra cui un cittadino romano, sono stati denunciati per tentata occupazione abusiva di un appartamento.
Sempre gli stessi Carabinieri hanno denunciato un cittadino romano di 36 anni, con precedenti, per aver tentato di truffare un’anziana automobilista con la solita tecnica del finto investimento chiedendo denaro per la riparazione del proprio telefono.
In zona Cinecittà, i Carabinieri hanno notificato al titolare di un bar un provvedimento del Questore di Roma che dispone la sospensione dell’attività per 7 giorni in base all’art. 100 del T.U.L.P.S.; i Carabinieri hanno infatti accertato come il bar era diventato luogo di ritrovo di persone con precedenti, la maggior parte dei quali stranieri dimoranti in un attiguo immobile occupato abusivamente come anche il titolare dello stesso bar.
Infine, 2 giovani sono stati sanzionati in via amministrativa e segnalati alla Prefettura per il possesso di modica quantità di sostanze stupefacenti destinate all’uso personale.
Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.
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