Tanto caldo, poca pioggia e niente vento: anche a Frosinone il cambiamento climatico presenta il conto. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Circolo Legambiente Il Cigno di Frosinone APS.
Il comunicato stampa
A Frosinone e in Ciociaria fa sempre più caldo, piove di meno e tira pochissimo vento: questo in sintesi il
quadro che emerge dal Rapporto sul benessere climatico nei 112 capoluoghi (riaggregati su base
provinciale) pubblicato nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore su dati di 3BMeteo.
Nella graduatoria finale, risultante dalla media di 10 indicatori, Frosinone si piazza al 69° posto: un piazzamento in cui fattori di indubbio comfort come il soleggiamento (32° posto), il numero limitato di giorni freddi (37° posto) e il numero estremamente ridotto di giornate con raffiche di vento (parametro in cui il capoluogo ciociaro si piazza al 6° posto) si compensano con elementi di disagio molto significativi quali gli indici delle ondate di calore estive (75° posizione nella graduatoria del benessere), la carenza di piogge (93° posto) e soprattutto la quasi totale assenza di brezza estiva (102° posto).
Esaminando più da vicino i dati, ciò che preoccupa, ma di certo ancora non abbastanza se si valuta l’assenza
di politiche locali di adattamento ai cambiamenti climatici (ne avevamo parlato in un convegno già nel
2019), è in primo luogo l’aumento molto marcato della temperatura media annua, che i ricercatori di
3BMeteo stimano in circa +1,5°C dal 2010 al 2023! Questo trend è coerente con un’incidenza sempre più
pronunciata delle ondate di calore estive e degli eventi di caldo estremo. Parallelamente, nello stesso arco
temporale si assiste a una diminuzione netta dei giorni di pioggia.
Che il problema sia particolarmente accentuato nei mesi estivi risulta evidente dall’esame dell’andamento
delle temperature medie giornaliere nei vari mesi dell’anno dal 2013 al 2023: è emblematica a questo
proposito l’infografica del mese di luglio a Frosinone, che indica un incremento termico estremamente
pronunciato nel 2022 e 2023.
Occorre sottolineare come, in una città destinata a soffrire sempre di più il caldo estivo, il disagio e i rischi
sanitari ad esso collegati siano accresciuti da una caratteristica che, pur non essendo infrequente nelle aree
interne della penisola, risulta particolarmente accentuata a Frosinone: si tratta dell’assenza di ventilazione,
ovvero della piacevole brezza che lungo le coste mitiga in maniera rilevante la calura abbassando la
temperatura percepita. Riteniamo che la combinazione fra questi due parametri sfavorevoli – caldo estremo
e assenza di vento – debba indirizzare le politiche di sviluppo oggi ancora improntate a logiche
novecentesche verso misure in grado di attenuare l’effetto isola di calore, quali un rapido azzeramento del
consumo di suolo e una capillare implementazione del verde urbano.
Evidenziamo inoltre come la scarsa ventosità del territorio frusinate sembra essere una delle concause più
importanti dell’accumulo delle polveri sottili che rende la Valle del Sacco una delle aree più impattate in
Europa dall’inquinamento atmosferico. Questo dato di fatto, lungi dal rappresentare un alibi per giustificare
l’inazione, o peggio la richiesta di deroghe alle norme sulla qualità dell’aria, dovrebbe al contrario
moltiplicare gli sforzi per il contenimento delle emissioni di particolato, perché non è permesso deviare
neanche per un attimo dall’obiettivo principe della salvaguardia della salute.
Lanciamo infine un appello alle amministrazioni, alle forze politiche e al tessuto produttivo affinché i foschi
scenari risultanti dal rapido riscaldamento climatico dovuto alle attività antropiche non siano ignorati ma
anzi rivestano un ruolo centrale nelle decisioni riguardanti la gestione del territorio e l’allocazione delle
risorse. Alle necessarie politiche improntate ad accrescere la resilienza e l’adattamento a un clima sempre
più ostile dovrà inoltre accompagnarsi un’azione decisa verso la mitigazione della crisi climatica, da
attuarsi in primo luogo attraverso un’accelerazione della transizione energetica, perché la sfida del clima
non ammette ritardi o titubanze, ma richiede che ogni territorio faccia davvero fino in fondo la propria
parte.
Stefano Ceccarelli, Presidente Circolo Legambiente “Il Cigno” di Frosinone APS
Foto di repertorio