Cronaca

Cassino, studenti intimiditi e rapinati: arrestato 25enne

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Cassino, studenti intimiditi e rapinati: arrestato 25enne

Nella serata di venerdì 3 maggio 2024, i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Cassino, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Vallerotonda, hanno arrestato un 25enne di origini campane ma domiciliato nella Città Martire, già noto alle forze dell’ordine, poiché resosi responsabile di rapina.

Cassino, studenti intimiditi e rapinati: arrestato 25enne da un carabiniere libero dal servizio

Il giovane, poco prima, si è avvicinato a due studenti, in attesa dell’autobus ad una fermata della stazione ferroviaria di Cassino, e dopo averli intimiditi pronunciando nei loro confronti frasi minacciose, si è fatto consegnare da uno di essi dieci euro che custodiva nel portafoglio, fuggendo poi per le vie della città.

Poco dopo, sempre nello stesso luogo, si è verificato un altro analogo tentativo, non riuscito, nei confronti di tre studenti minori.

L’azione delittuosa non è sfuggita ad un carabiniere, libero dal servizio, appartenente alla Sezione Radiomobile della Compagnia di Cassino, che passeggiando per le strade cittadine ha notato l’uomo darsi a precipitosa fuga in sella ad una bicicletta. Raggiunto dopo un breve inseguimento, dopo essersi qualificato, è riuscito a bloccare e trattenere il rapinatore fino all’arrivo dei colleghi della Stazione di Vallerotonda.

La refurtiva è stata recuperata e restituita allo studente.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso il proprio domicilio in attesa dell’udienza di convalida che, svoltasi successivamente, sentenziava la convalida dell’ arresto e la  contestuale  riconferma della misura della “libertà vigilata” presso una struttura terapeutica sita nel cassinate.

Prosegue l’impegno quotidiano degli uomini e delle donne della Compagnia Carabinieri di Cassino per la prevenzione e repressione di ogni forma di illegalità.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.