La relazione tra uomini e cavalli si estende ben oltre ciò che in tanti immaginano. Questi animali non sono stati fondamentali solo per una questione di praticità, ma anche per quel che riguarda l’aspetto emotivo. Per secoli hanno svolto dei ruoli cruciali per la salute e il benessere dell’essere umano, diventando per lunghi tratti dei compagni inseparabili, nel bene e nel male, in guerra così come durante i periodi di pace. Si parla quindi di un rapporto preziosissimo, che perdura anche ai giorni nostri, e che merita di essere approfondito.
I cavalli e la pet therapy
I cavalli, essendo delle creature sociali che vivono in branco, hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione un forte senso di comunità e di empatia: ovvero quelle qualità che li rendono partner perfetti per l’intervento assistito e la cosiddetta pet therapy. La normativa del 2015 sul riconoscimento degli interventi assistiti con gli animali ha sancito ufficialmente il valore di tali pratiche, consolidando anche il ruolo dei cavalli in questo ambito. Margherita Carretti, esperta del settore, ha infatti sottolineato ciò esponendo il risultato dei propri studi. Grazie alla loro natura intuitiva, questi animali si sono rivelati ideali per stabilire una connessione unica con gli individui, contribuendo alla loro riabilitazione sia fisica che emotiva.
La capacità dei cavalli di rispondere alle emozioni umane e di rispecchiarle viene espressa nel concetto di “embodiment”: significa che sono in grado di percepire e condividere le stesse sensazioni fisiche e emotive dell’altro, creando un legame basato su una forte sintonia. Ciò viene confermato anche da diversi studi che dimostrano come, in presenza di un cavallo, si possano verificare cambiamenti positivi nei parametri biologici umani, come la riduzione della frequenza cardiaca e la diminuzione dei livelli di stress.
Un rapporto che dura da millenni
Il fascino che gli uomini provano verso i cavalli risale ai tempi antichi, e nasce con il desiderio di cavalcare questi animali per appropriarsi di un senso di libertà mai provato finora. Questo interesse si è poi evoluto seguendo le necessità dell’essere umano: basti ad esempio pensare ai trasporti sui cavalli, alle cavalcature utilizzate durante le guerre, ai lavori agricoli e molto altro ancora. Oggi questo è un legame ancora molto forte, che sfocia anche nell’intrattenimento e nello sport. A molti italiani, infatti, piace seguire le gare ippiche, scommettendo sui sistemi di quote per le corse di cavalli, reperibili anche online. Per non parlare poi dell’equitazione, un’attività che può contare su oltre 3.500 atleti registrati in Italia, stando ai numeri diffusi dalla FISE (Federazione Italiana Sport Equestri).
In realtà, come anticipato, il rapporto in questione è molto più profondo, ed è come se fosse quasi entrato nel nostro DNA. La teoria della biofilia, infatti, suggerisce che vi sia una tendenza innata nei confronti della vita e dei processi vitali, che spiega l’attrazione umana verso gli animali e la natura. Dora Li Destri Nicosia, specialista nelle relazioni uomo-animale, conferma questa attrazione, sottolineando come le motivazioni dietro tale interesse siano molteplici e spazino dall’utilitaristico al simbolico. Infine, la presenza costante dei cavalli come soggetti nell’arte rupestre non fa altro che confermare la loro importanza per la storia dell’umanità.