Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto firmato dalla Rete per la tutela della Valle del Sacco-RETUVASA e dal Circolo Legambiente Anagni, garantendo sempre il diritto di replica.
Il comunicato stampa
Presso la Sala Tevere della sede di Via Cristoforo Colombo, la Direzione Regionale del Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio ha organizzato un incontro per fare il punto sulle attività previste nell’accordo di programma sottoscritto nel 2019 dal Ministero competente in materia ambientale MASE (all’epoca MITE) e Regione Lazio.
Le nostre associazioni partecipano a questo incontro così come hanno partecipato a tutte le fasi che hanno condotto alla definizione del perimetro del SIN e, come prima ancora, avevano seguito le travagliate vicende del declassamento a competenza regionale. L’attenzione allo stato ambientale della Valle del Sacco resta prioritaria.
Come noto, l’accordo di programma prevede interventi puntuali su 8 siti industriali particolarmente critici, individuati su indicazioni delle amministrazioni locali, e interventi di area vasta volti a valutare lo stato delle matrici suolo e acque su tutto il territorio del SIN che, ricordiamo, interessa 19 comuni di due provincie e si sviluppa lungo l’asse del Fiume Sacco da Colleferro a Falvaterra, oltre ad uno studio epidemiologico per stabilire quanto lo stato di salute dei residenti sia influenzato dalla presenza degli inquinanti del SIN.
L’incontro è stato introdotto da Wanda d’Ercole, Direttore regionale del Ciclo dei Rifiuti, che ha illustrando lo stato delle attività e presentato gli enti istituzionali e scientifici coinvolti (ARPA Lazio e FR, ISPRA, ISS, IZS per Lazio e Toscana, CNR-IRSA, ASL RM5 e FR, DEP-Lazio)
L’approccio di indagine si basa su un modello concettuale definito a partire dall’individuazione della sorgente dell’inquinamento e dei meccanismi di diffusione degli inquinanti sui suoli, superficiali e profondi, e sulle acque, ipotizzando poi le modalità di esposizione ed i principali bersagli tra la popolazione residente. Da qui le linee di indagine: definizione delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche, definizione dello stato qualitativo delle matrici ambientali interessate e dell’estensione della contaminazione, definizione dei meccanismi di diffusione degli inquinanti e valutazione epidemiologica della popolazione più esposta.
Il monitoraggio delle acque sotterranee effettuato da ISPRA è in corso, sono stati presentati i risultati della fase “0” su 27 campioni ed è stata definita la rete complessiva di campionamento, di circa 100 punti di prelievo della successiva fase “1”. I risultati parziali finora disponibili non evidenziano inquinamento diffuso.
La caratterizzazione del suolo e delle aree agricole ripariali, in capo all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, ha preso avvio concretamente nel novembre 2022 con termine previsto ad agosto 2025. Dall’inizio effettivo dell’attività sul campo, il 3 aprile 2023, sono stati prelevati ed analizzati oltre 1700 campioni.
Tutti i campioni hanno evidenziato presenza di sostanze inorganiche, che potrebbero derivare da attività antropiche o dalla geologia dei suoli. Risulta essere in corso la definizione dei valori di fondo nei suoli, a cura di ARPA Lazio, ( https://www.snpambiente.it/snpa/arpa-lazio/sin-bacino-del-sacco-arpa-lazio-inizia-attivita-per-definizione-vfn/ https://www.irsa.cnr.it/wp/?p=7010 ) che permetterà una valutazione più accurata dei livelli di contaminazione e delle acque.
Per quanto riguarda le sostanze organiche non sono state rilevate diossine, furani e PCB. Nei limiti di legge gli idrocarburi policiclici aromatici IPA, sporadicamente presenti, ed il DDT, occasionalmente presente.
Rilevate tracce di Esaclorocicloesano (HCH), e suoi isomeri, nei suoli e nei vegetali, mentre non è stato rilevato bioaccumulo nei vegetali delle sostanze rilevate nel suolo.
Per i risultati dello studio epidemiologico, riportiamo di seguito le conclusioni tratte dalla dottoressa Daniela Porta del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, rimandando per tutti i dettagli al sito: https://www.progettoindaco.it dove sono raccolti i risultati del progetto che si propone di analizzare lo stato di salute della popolazione residente nel SIN Valle del Sacco con la conduzione di studi epidemiologici specifici per valutare gli effetti dei rischi ambientali presenti sul territorio.
“I risultati del biomonitoraggio sulle persone che hanno accettato di sottoporsi alle analisi portano a concludere che i livelli di beta HCH nei soggetti esaminati sono diminuiti rispetto alle precedenti valutazioni, con un decremento maggiore per gli uomini di età più avanzata. Si osserva anche una minore presenza di contaminante nelle persone residenti più a sud del Bacino fluviale.
La correlazione tra livelli di inquinamento atmosferico e cause di decesso ha evidenziato che l’esposizione ad inquinamento atmosferico mostra un’associazione più consistente con la mortalità per tutti i tumori, mentre per le altre cause di decesso i risultati sono meno evidenti. Inoltre, gli effetti dell’inquinamento vengono esacerbati dai differenziali socioeconomici.”
Per quanto concerne lo studio di coorte di nati nei comuni del SIN Valle del Sacco, Indagine Coorte Nati Sin Valle del Sacco, nato per studiare lo stato di salute dei bambini in relazione all’esposizione ai fattori di rischio ambientali nei primi 1000 giorni, il DEP Lazio ribadisce la necessità di coinvolgimento delle famiglie tramite le strutture di base, medici pediatri e consultori.
Fin qui la cronaca del convegno. Pensiamo, però, che debbano essere fatte alcune precisazioni.
I campionamenti sui vegetali e sul suolo delle aree agricole, previsti dal piano di caratterizzazione, sono stati eseguiti sino territorio dei comuni di Patrica e Frosinone, mentre sono corso per questi due comuni le analisi dei campioni. Le analisi sui vegetali tengono presente la differenza delle colture.
Nell’accordo di programma sono previsti gli interventi di immediata realizzazione su 8 siti -tra cui la discarica delle Lame e la Polveriera di Anagni, appena andata a fuoco per l’ennesima volta- assieme al monitoraggio delle acque potabili ed irrigue. È evidente la necessità di avere la massima trasparenza ed aggiornamento in tempo reale delle informazioni relative allo stato di avanzamento delle attività di caratterizzazione e di bonifica.
Altrettanto si può dire per quanto riguarda le aree delle 79 industrie comprese nel SIN, di competenza ministeriale, alla richiesta di fornire informazioni in merito ci è stato risposto che, data la mole di informazioni coinvolte, non è possibile fornire alcuna informazione (!)
L’incontro del 25 luglio, sicuramente interessante e ricco di informazioni sullo stato delle attività di competenza della Regione, non è stato molto partecipato complice probabilmente il periodo estivo e sicuramente a causa della scarsa pubblicità. Oltre alle figure istituzionali apicali, Presidente della Regione, Viceministro MASE, Assessore regionale competente, erano presenti i rappresentanti di sole 4 amministrazioni comunali.
Una nota finale è necessaria per giudicare lo stato di avanzamento dei lavori per quanto riguarda la caratterizzazione delle aree agricole: l’accordo tra regione Lazio, Istituto Zooprofilattico e Istituto Superiore di Sanità è del 28 settembre 2020, il 13 gennaio 2021 è stato firmato l’avvio formale delle attività. Stante la necessità di appaltare i lavori i prelievi sui suoli ed i vegetali hanno avuto inizio il 3 aprile 2023.
Le diverse vicende attraverso cui è passata la definizione e perimetrazione del Sin “Bacino del fiume Sacco” a partire dalla ‘scoperta’ della contaminazione da beta-HCH, nel 2005, sino alla perimetrazione definitiva del novembre 2016 ed alla approvazione da parte del consiglio regionale del Lazio il 6 marzo 2019, mostrano il ritardo con cui sono partite le diverse procedure di caratterizzazione e bonifica di un SIN particolarmente complesso, vista la molteplicità di fonti e forme di contaminazione delle matrici ambientali. Del resto siamo passati anche attraverso un declassamento del SIN a Sito di Interesse Regionale, sulla base delle precedenti bislacche perimetrazioni, attribuzioni di aree al SIN, prima della definitiva perimetrazione, risultato -è bene ricordarlo- di due anni di conferenza dei servizi.
La somma delle informazioni e delle procedure in corso, hanno già prodotto uno straordinario patrimonio informativo, in corso di arricchimento come la conferenza ha evidenziato. Una tale mole di dati deve diventare patrimonio, conoscenza condivisa dei cittadini della Valle del Sacco, con le opportune mediazioni, secondo una pratica che le associazioni da anni mettono in pratica. Per quanto complesse le informazioni che le pratiche di caratterizzazione e bonifica producono, nulla impedisce una loro organizzazione che ne renda possibile la comprensione e la condivisione. Non mancano certo le tecnologie, ciò che è carente è la volontà politica da cui dipende la mobilitazione delle risorse necessarie.
Ciò è tanto più necessario in quanto questa conoscenza è fondamentale per essere consapevoli di quali vincoli il passato pone sul presente e futuro sviluppo del nostro territorio. Di questo futuro vogliamo essere protagonisti.
Il Presidente della Regione Lazio ha citato più volte la necessità di una riperimetrazione del SIN, riduzione quindi dell’area vincolata. Possiamo essere d’accordo sullo svincolo delle aree agricole qualora i risultati analitici siano realmente inferiori ai parametri di norma, ma per quanto riguarda le aree industriali è necessaria la massima accortezza e in particolare sono essenziali trasparenza e leggibilità dei dati, cose finora, purtroppo, disattese.
Firmato:
Rete per la tutela della Valle del Sacco-RETUVASA
Circolo Legambiente Anagni
Foto di repertorio