Cronaca

Droga e arresti: i controlli in zona Pigneto

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin

La Polizia di Stato, nell’ambito dei controlli alle strutture ricettive, ha arrestato un 23enne cubano gravemente indiziato di detenzione illegale di un’arma nonché della violazione della normativa sugli stupefacenti e fermato un 62enne peruviano che deve scontare una condanna a 7 mesi di reclusione.  Nello stesso ambito sono state identificate altre 6 persone.

I dettagli

Sono stati gli agenti del commissariato Porta Maggiore a svolgere un controllo in uno stabile del quartiere Pigneto, ove un tempo aveva sede un B&B ormai chiuso, trovando all’interno 8 persone.

L’attenzione degli investigatori si è focalizzata su una mensola sopra la quale c’era un involucro chiuso con la termosaldatura tipica delle confezioni di droga, ed effettivamente conteneva poco più di 4 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e 445 euro in contanti. Sul posto era presente l’occupante della stanza ove era stato trovato lo stupefacente ovvero un 23enne di origini cubane. Gli agenti hanno subito svolto una perquisizione trovando una pistola all’interno di un borsello posto sulla stessa mensola della droga. L’arma, una 765 con il colpo in canna ed altri 6 proiettili nel caricatore, era stata rubata nel milanese lo scorso anno.

Al termine degli accertamenti di rito il 23enne è stato arrestato perché gravemente indiziato per i reati inerenti la violazione della normativa sulle armi e sugli stupefacenti. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari la convalida della misura pre-cautelare adottata dalla Polizia di Stato.  Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento ovvero quella delle indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

Un’altra delle persone identificate nello stabile, un 62enne originario del Perù, è risultato destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura di Milano per una condanna a 7 mesi, ed è stato quindi accompagnato in carcere a disposizione della Magistratura.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.