Cronaca

Roma, circola a bordo di auto lussuose con targhe contraffatte: denunciata 49enne

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E’ durata circa un mese l’indagine condotta dal Reparto Motociclisti  del I Gruppo Centro Storico della Polizia Locale di Roma Capitale, che ha portato alla denuncia di una donna di 49 anni e al sequestro ai fini della confisca di due autovetture di lusso: una Bentley Continental cabrio e una Ferrari California.

Le indagini

La responsabile aveva compiuto oltre 600 violazioni al codice della strada, molte delle  quali per accesso alla ZTL non autorizzato, eludendo il pagamento delle sanzioni.

Gli agenti, grazie ad un’accurata attività investigativa, iniziata da un controllo di polizia stradale, ha portato, grazie anche all’analisi incrociata delle risultanze emerse dalla consultazione di banche dati internazionali, ad appurare le anomalie  che gravavano su entrambi i veicoli, le cui targhe sono risultate essere state radiate.

Eseguite le prime verifiche sul primo dei due mezzi, la Bentley, gli operanti hanno avviato un’attività di appostamento nelle fasce orarie e presso i varchi di accesso ztl compatibili con i passaggi più frequenti dalla donna.

Una volta intercettata a bordo dell’auto, sono partiti gli ulteriori accertamenti, che hanno portato alla scoperta che la targa era stata contraffatta, il cui numero corrisponde invece ad un autocarro tedesco, oltre al fatto che il veicolo era privo di revisione e con Carta di Circolazione originale non riconsegnata alle autorità tedesche.

Verificata la disponibilità di un secondo veicolo, la Ferrari, gli agenti hanno avviato approfonditi controlli sullo stesso, appurando anche in questo caso diverse irregolarità:  il mezzo non risultava immatricolato, provvisto di targa  austriaca scaduta di validità e non coperto da assicurazione.

Nei suoi confronti sono pertanto scattate una serie di sanzioni per un ammontare complessivo di circa 2.600 euro,  a cui si aggiunge la denuncia della 49enne all’Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di uso di atti falsi e di truffa aggravata.

Tuttora in atto ulteriori verifiche amministrative sui verbali elusi, che potrebbero portare a provvedimenti aggiuntivi nei confronti della donna.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.