Cronaca

Roma. Trasporto illegale di rifiuti: quattro denunce in pochi giorni

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Trasporto illegale di rifiuti: 4 persone denunciate dalla Polizia Locale in pochi giorni. Ultimo intervento sulla via Ardeatina, il responsabile trovato anche in possesso di patente falsa: denuncia e oltre 8mila euro di sanzioni.

L’intervento della Polizia Locale di Roma

Ieri pomeriggio una pattuglia del GPIT (Gruppo Pronto Intervento Traffico) ha fermato un furgone che trasportava calcinacci in via Ardeatina, altezza Tor Pagnotta. L’uomo alla guida, un cittadino di nazionalità nigeriana di 39 anni, è risultato in possesso di una patente falsa e privo dei titoli necessari al trasporto di rifiuti speciali.

Al termine degli accertamenti di rito, il conducente è stato denunciato per uso di documenti falsi e, a carico suo e della ditta proprietaria del camion, sono state elevate sanzioni per oltre 8.000 euro. Il mezzo è stato sottoposto a fermo amministrativo e sospeso dalla circolazione.

Questo intervento si inserisce nella più ampia attività  di contrasto portata avanti dalla Polizia Locale di Roma Capitale per contrastare gli illeciti legati al mancato rispetto delle normative sulla tutela ambientale. Nell’ambito di tali azioni, diversi gli interventi sul territorio per intercettare autocarri utilizzati per il trasporto illegale di rifiuti, in molti casi speciali e anche pericolosi.

Nei giorni scorsi, durante tale attività di controllo, gli agenti del Gpit (Gruppo Pronto Intervento Traffico), hanno individuato e fermato, nella zona Terme di Caracalla, un autocarro Mercedes che trasportava ben 2 metri cubi di calcinaccio senza alcun tipo di autorizzazione. Oltre al sequestro del mezzo, a carico del conducente, un uomo italiano di 54 anni, è scattata immediatamente la denuncia per trasporto abusivo di rifiuti. Interventi simili si sono registrati anche in zona San Giovanni e sulla via Appia Nuova, dove sempre alcune pattuglie del Gpit  hanno fermato e denunciato i conducenti di due furgoni utilizzati per trasportare in maniera illecita ingenti quantitativi di materiali edili e scarti di cantiere, in violazione di quanto previsto dalla normativa ambientale.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.