Cronaca

Atina, maltratta e perseguita la ex: fermato 61enne

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A seguito di una mirata e tempestiva attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, il personale della Stazione Carabinieri di Atina, nel pomeriggio di lunedì, dava esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, con applicazione del dispositivo elettronico di controllo (c.d. braccialetto elettronico), nei confronti di un 61enne, residente nella Valle di Comino, gravemente indiziato dei delitti di maltrattamenti aggravati e atti persecutori in danno della ex convivente.

L’intervento dei Carabinieri

Le indagini sono state avviate dai Carabinieri di Atina in seguito alla querela sporta dalla donna ad ottobre 2024, nella quale la stessa rappresentava il regime di vita vessatorio cui la sottoponeva il convivente dall’anno 2019, anche alla presenza del figlio minore. Le violenze, consistite in aggressioni verbali e fisiche, appostamenti, pedinamenti e molestie telefoniche, hanno cagionato alla 30enne uno stato d’ansia e di paura, tali da essere stata costretta a rivolgersi alle forze dell’ordine.

Il provvedimento eseguito dai militari della Stazione di Atina consiste in una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, contro la quale può essere proposto ricorso dal destinatario che assume la qualità di persona sottoposta ad indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Prosegue l’impegno quotidiano degli uomini e delle donne della Compagnia Carabinieri di Cassino per la prevenzione e repressione di ogni forma di illegalità, con particolare riferimento ad ogni condotta di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica o psicologica per le donne.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.